DIRE, NON DIRE, COME DIRE…La comunicazione in una coppia (parte prima)

Il fallimento di una relazione è quasi sempre un fallimento di comunicazione.

(Zygmunt Bauman)

La parola comunicazione significa letteralmente “mettere in comune”. E in una coppia che si prepara al matrimonio o alla convivenza, questo assume particolare importanza, dato che si comincerà a mettere in comune routine, abitudini, stili di vita, spazi, risorse ed energie. In questa comunione e condivisione, non si deve dimenticare che, ancor prima degli aspetti materiali, è importante “mettere in comune” pensieri, idee, riflessioni, parole. La comunicazione è forse il principio fondante una relazione di coppia, anzi, si può dire che una una coppia nasce proprio quando si mette in comune con l’altro un pezzo di sé… ossia, quando si comunica. 

Leggi la storia e rispondi alle domande che seguono. 

 

Cristina e Alberto si erano conosciuti cinque anni prima: avevano avuto più o meno lo stesso percorso fatto di impegno in parrocchia, volontariato e interesse per la loro posizione lavorativa. Per questo motivo non avevano mai avuto grossi scontri e tutto era sempre filato via liscio. Quel loro mondo ideale per il fatto che era in comune si faceva sentire ancora  meglio: così quando uno dei due era demotivato o solo stanco l’altro era un buon  supporto per rompere l’inerzia. 

 

La decisione di sposarsi fu infatti concorde.  

Entrambi, partecipando al corso per fidanzati, erano stati d’accordo con il prete che diceva:  «l’amore domanda di mettersi da parte!» L’avevano sperimentato tante volte e non era  neppure così faticoso. Però una sera proprio durante il corso accadde una sciocchezza che   diventò nella mente di Alberto una domanda senza risposta. 

 

Alberto infatti per non essere troppo invadente e perché conosceva quanto Cristina tenesse  a quel sognato matrimonio aveva lasciato l’organizzazione a lei, quasi per farle un regalo. Quella sera Cristina parlottava con una vicina di posto che le diceva quanto i matrimoni siano di fatto sempre e solo sulle spalle delle donne perché i “consorti” preferiscono “darsi  alla macchia”. Cristina ebbe un sorriso e una frase che arrivò dritta dritta ad Alberto come  fosse una freccia appuntita: «Anche lui è così – muovendo il collo verso Alberto – tutto va  sempre bene purché lo si lasci in pace!»  

Alberto fece finta di non aver sentito ma da quel momento per tutta la sera si chiese che  senso avesse fare un regalo che poi viene buttato nella pattumiera e mettersi da parte se  questo viene visto come menefreghismo!  

Mille volte per chiudere questo capitolo si disse che era troppo permaloso, che erano questi ancora i residui di un narcisismo che non se ne voleva andare. Cristina si accorse subito  che qualcosa era successo ma non riusciva a capire bene che cosa! Gli prese il braccio e gli  chiese: «tutto a posto?» lui annuì ma lei non ne fu veramente convinta. 

Al termine dell’incontro Alberto fece come se nulla fosse successo e mise il suo sorriso di  circostanza pensando che quello gli chiedesse l’amore. Cristina intuiva il freddo che si era  fatto però pensò che l’amore gli chiedeva di accettare Alberto così com’era.  La macchina si fermò davanti a casa di Cristina e si diedero un bacio come sempre, come  tutte le altre sere che uscivano ma quel bacio ad entrambi sembrò vuoto e quel vuoto nella  solitudine per entrambi divenne senso di colpa: Alberto si colpevolizzava di essere troppo  sensibile mentre lei invece di non essere abbastanza brava nell’ intercettare i sentimenti di Alberto.  

Così per poter dormire uno promise a se stesso di smetterla di credersi chissachì e l’altra di  cercare di capire di più quel suo futuro marito. 

Cosa pensi di lui? 

Cosa pensi di lei? 

Cosa avrebbe potuto dire o fare lei per cambiare la situazione? E lui?

Con chi ti identifichi maggiormente? Perché?

 

 

LA COMUNICAZIONE 

Se vi dicessi che esiste un segreto per avere una coppia felice, ci credereste? Beh, la chiave potrebbe essere proprio una buona comunicazione. Essa è forse l’aspetto più importante all’interno di un rapporto coniugale – anzi, di qualsiasi rapporto – seconda solo al sentimento che unisce due persone. 

Ma di cosa è fatta la comunicazione? Cosa può renderla buona?

 

Comunicazione verbale, non verbale e paraverbale

Innanzitutto, occorre definire quali siano i diversi tipi di comunicazione. Quasi tutti sanno che oltre alla comunicazione verbale, ossia al contenuto dei messaggi che ci si scambia, esiste anche quella non verbale, data da aspetti corporei come la postura, lo sguardo, le espressioni facciali e i gesti, e quella paraverbale, legata al tono e al volume della voce. 

Nonostante queste informazioni siano ormai note ai più, spesso c’è confusione nel considerare questi aspetti e le loro priorità. 

Innanzitutto, è importante ribadire che la comunicazione non verbale e quella paraverbale, sebbene più sottili, influenzano in maniera determinante la qualità del rapporto e i nostri vissuti all’interno della comunicazione, molto più di quanto non lo facciano le parole scelte. Questo però non deve portare a sottovalutare l’importanza che anche la comunicazione verbale ha, soprattutto all’interno di una relazione amorosa. Poter esprimere le proprie emozioni all’altro parlandole e nominandole è un elemento cruciale per una comunicazione efficace. Ciò è vero sia nel caso in cui quello che si vuole trasmettere è positivo, sia quando invece è necessario porre l’accento su problemi o difficoltà. Nel primo caso, è scontato dire che sentirsi apprezzati e amati è piacevole e gratificante per ognuno di noi. Perciò, dire al/alla proprio/a partner che lo/la si ama, valorizzare quanto ci piaccia e lodare ciò che fa per noi è la chiave per una relazione duratura e soddisfacente. Se si ama molto qualcuno, ma non lo si esprime, lui/lei non avrà sufficienti conferme per sapere quanto è considerato e tenuto a cuore. A volte, chi fatica a trasmettere a parole i suoi sentimenti – per timidezza, imbarazzo o altri fattori – pensa di poterli mostrare attraverso i gesti. Sicuramente i fatti concreti sono fondamentali e rivestono un’importanza maggiore delle parole, ma non bisogna sottovalutare nemmeno l’impatto di una frase di apprezzamento o gratitudine, soprattutto quando rivolta ad una donna. 

Rispetto invece alla comunicazione non verbale, sono molteplici gli aspetti che la condizionano. 

Uno dei fattori più rilevanti è quello delle espressioni facciali: il viso, in particolare la bocca e gli occhi, comunicano emozioni e stati d’animo. Guardarsi in faccia quando si parla, anche in caso di litigi o conflitti, è il primo passo per potersi meglio comprendere ed affrontare la situazione. Sembra banale, ma in una società in cui sempre più lo sguardo e l’attenzione sono catturati da telefoni e social o in cui spesso le incombenze quotidiane e la frenesia fanno sì che le conversazioni si intrattengano finchè si è occupati a fare altro, poter avere il tempo e la calma per parlarsi a quattrocchi non è cosa scontata. 

Anche i gesti, la postura e la prossemica – ossia la distanza tra corpi – sono di fondamentale importanza. Tuttavia, il senso comune può dar adito a fraintendimenti spiacevoli. Occorre infatti salvaguardarsi dalle nozioni generalizzate e vaghe che a volte si possono trovare nel web, come “incrociare le gambe è sinonimo di chiusura” o “quando una donna si attorciglia i capelli significa che è sessualmente interessata all’uomo con cui sta parlando”. Infatti, nonostante vi siano aspetti comuni a ognuno di noi, è anche vero che ciascuno ha il proprio personale linguaggio corporeo. Una persona, ad esempio, potrebbe essere abituata ad incrociare spesso le gambe e a comunicare la sua chiusura in un’altra modalità. Quindi, per attribuire la giusta importanza al linguaggio del corpo all’interno della vita di coppia, più che studiare questi aspetti e presumere delle conclusioni sulla base di generalizzazioni, è fondamentale osservare con attenzione il proprio compagno, ascoltarlo e conoscerlo.

 

 

 

 

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