RIGENERARSI CON IL TRAINING AUTOGENO

Ero arrivato a un punto della mia vita in cui mi alzavo per andare a lavorare che ero ancora stanco dal giorno prima, poi per tutto il giorno continuavo ad arrancare e infine tornavo a casa la sera distrutto e non avevo nemmeno la voglia di prepararmi da mangiare. Era come se le mie energie fossero completamente prosciugate dai ritmi di vita che seguivo e mi sono reso conto che non potevo continuare così. A quel punto ho deciso di rivolgermi a uno psicologo che mi ha proposto il metodo del training autogeno e ormai sono diversi mesi che lo sto praticando quotidianamente. Piano piano ho iniziato a recuperare le mie energie, a sentirmi più carico e meno stanco, a gestire meglio lo stress della quotidianità e a ricavarmi del tempo da dedicare a me stesso per rigenerare mente e corpo”.

Il metodo del training autogeno è stato fondato da Johannes Heinrich Schultz e prevede una serie di esercizi di concentrazione psichica passiva che generano una risposta di rilassamento psicofisico. Questo metodo si differenzia dall’ipnosi perché si basa sul concetto di autogenia che si riferisce alla capacità dell’individuo di indurre autonomamente una serie di modificazioni sia a livello fisico che mentale. Dunque, attraverso la pratica di questa auto-distensione passiva, si tende a ridurre il più possibile le funzioni di controllo e vigilanza che entrano in azione durante il giorno, con l’intento di attivare i processi di rilassamento e rigenerazione dell’unità psiche-soma.

 

Il training autogeno prevede una serie di esercizi che vengono appresi gradualmente e secondo una sequenza ben precisa:
1) esercizio della pesantezza;
2) esercizio del calore;
3) esercizio del cuore;
4) esercizio del respiro;
5) esercizio del plesso solare; esercizio della fronte fresca.

L’apprendimento di questo metodo permette a chiunque lo impari di poterlo successivamente eseguire in maniera autonoma, in qualsiasi momento della giornata e in ogni luogo. È importante trovarsi in un ambiente tranquillo, al riparo da eventuali distrazioni, assumere una posizione comoda che può essere da seduti su una poltrona/sedia o distesi supini, ridurre le fonti luminose e in seguito chiudere gli occhi per iniziare a percorrere questo viaggio all’interno di sé.

Occorre precisare che la fase di apprendimento della tecnica richiede diversi mesi ed è molto importante continuare a praticare con costanza e quotidianamente, anche più volte al giorno, per iniziare a sperimentare i numerosi benefici del training autogeno:
autoinduzione di uno stato di calma e rilassamento psicofisico;
riduzione dello stress;
recupero delle energie fisiche e mentali;
miglioramento delle performance psicofisiche;
potenziamento della memoria;
aumento dell’autodisciplina e dell’autocontrollo;
favorisce una maggiore introspezione e innalza il grado di consapevolezza.

In definitiva, il metodo del training autogeno risulta particolarmente efficace per la maggior parte delle persone, una volta appreso e interiorizzato rappresenta uno strumento molto utile e sempre disponibile al momento del bisogno, per fronteggiare al meglio le piccole o grandi difficoltà che si incontrano nel corso della propria vita.

Quando Schultz parlò a Freud del suo metodo,
il maestro della psicoanalisi gli disse
“Lei non penserà di guarire con la sua tecnica?”
E Schultz rispose:
“Certamente no; ritengo solo di aiutare ad evolvere,
così come fa il giardiniere quando scosta pietre ed arbusti
perché le piante possano meglio crescere”.

 

 

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