La ludopatia si definisce in modo molto semplice e intuitivo come la dipendenza dal gioco d’azzardo. Si tratta di un disturbo che si sta diffondendo molto rapidamente, con numeri di giocatori sempre più elevati ogni anno, soprattutto tra i giovani.
A far innalzare in modo così preoccupante queste cifre, è l’emergere di piattaforme online. Queste hanno caratteristiche intrinseche che le rendono ancora più pericolose e presentano un rischio maggiore di creare dipendenza per diversi motivi: innanzitutto permettono un accesso rapido e discreto, non costringono l’individuo a dover lasciare la comodità della propria casa e creano una distorsione nella percezione delle quantità di denaro giocate dal momento che non vengono osservate fisicamente.
La ludopatia ha ripercussioni non solo sulla salute mentale dell’individuo che ne soffre, il quale inizia ad avere pensieri ossessivi sul gioco e sentimenti di ansia, irritabilità e depressione se non può giocare, ma anche nella sfera personale attraverso la tendenza a chiedere prestiti, a vendere beni di famiglia per procurarsi soldi per giocare, nonché un significativo ritiro sociale.
Le conseguenze negative sono quindi evidenti, eppure la malattia prevale in molti individui per una complessa interazione di variabili biologiche, psicologiche e sociali. Ad esempio, è stata riscontrata un’alterazione di alcuni neurotrasmettitori associati alla ricompensa come serotonina e dopamina nello sviluppo della dipendenza da gioco d’azzardo. O ancora, un individuo cresciuto in una famiglia con problemi di ludopatia è più predisposto a sviluppare il disturbo. Altri fattori scatenanti possono essere noia, sentimenti di rabbia e depressione, disponibilità immediata di denaro e di tempo libero non strutturato.
Un intervento efficace, soprattutto considerando il numero sempre più elevato di giocatori giovani comporta azioni di prevenzione universale in cui sono coinvolti sia i soggetti che non hanno alcun comportamento di gioco, sia quelli che giocano in modo sano. Questo può essere fatto in particolar modo nelle scuole attraverso iniziative educative e informative sul gioco d’azzardo patologico e non rivolte agli, e attraverso la formazione di operatori, educatori e insegnanti sulle tematiche della ludopatia e sul monitoraggio di comportamenti a rischio.
Nel caso in cui, invece, la dipendenza sia già in atto, la soluzione migliore è la ricerca di un aiuto psicologico, in particolar modo con una terapia a stampo cognitivo-comportamentale, in cui i pazienti vengono aiutati a monitorare l’impulso di gioco e ad evitare ricadute.
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