L’aggressività passiva rappresenta un modo di esprimere le emozioni negative, come ad esempio la rabbia o il fastidio, in modo indiretto e difficile da identificare, perché spesso i comportamenti messi in atto sembrano innocui in apparenza.
Si tratta di un metodo di gestione dei propri sentimenti molto disfunzionale, che rischia di sabotare le relazioni sia in casa che a lavoro.
I comportamenti che vengono messi in atto più frequentemente da persone passivo-aggressive sono ad esempio: il tagliare fuori dalla propria vita qualcuno senza dare spiegazioni per esprimere il proprio risentimento o rabbia evitando il conflitto diretto. Anche il trattamento del silenzio, l’agire in modo freddo e distante, sbattere porte e armadi e cassetti sono tutte azioni volte a dimostrare che la persona è arrabbiata e non riesce a dirlo perché prova disagio nel confronto. Spesso, l’ostilità viene mascherata dall’umorismo, e la persona passivo-aggressiva fa osservazioni o commenti sarcastici facendoli passare come scherzi o battute. C’è inoltre una tendenza al sabotaggio nascosto, per cui l’individuo accetta apparentemente di fare un compito o un favore solo per indebolire o svantaggiare qualcun altro, producendo risultati scadenti, inventando scuse e procrastinando.
Può capitare a tutti, ogni tanto, di rispecchiarsi in qualcuno di questi comportamenti, e la cosa, di per sé, non è un problema. La questione diventa seria quando si può notare uno schema negli atteggiamenti messi in atto da una persona.
Le cause principali per cui si sviluppa un’aggressività passiva si possono individuare nei traumi infantili. Chi è stato trascurato o invalidato nei primi anni di vita può sentirsi spaventato o incapace di esprimere direttamente le proprie emozioni negative, e utilizza come meccanismo di difesa l’evitamento dei conflitti per mancanza di efficaci capacità di risoluzione dei problemi.
Tuttavia, come abbiamo detto sopra, non è semplice riconoscere le persone passivo-aggressive. Per riuscire a individuarle dobbiamo riflettere sulle interazioni che abbiamo con loro, capire se c’è disconnessione tra quello che dicono e quello che fanno, se ci sentiamo confusi, feriti o disorientati dopo averci parlato. Questi sono tutti segni di comportamenti passivo-aggressivi.
Se vogliamo offrire supporto e aiuto, dobbiamo imparare a mantenere la calma, considerare la loro prospettiva e comunicare in modo diretto. Nei casi peggiori è meglio allontanarsi dalla situazione e minimizzare i contatti. Nei casi migliori si può riuscire ad aprire una finestra di dialogo, in cui far notare alla persona i propri comportamenti e consigliare un aiuto esterno. Nonostante l’aggressività passiva non sia un disturbo mentale, ha comunque un impatto negativo nella vita relazionale di chi ne soffre, ed un intervento terapeutico può aiutare a far imparare a comunicare in modo più efficace e a trovare strategie adattive per la gestione delle emozioni negative.
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