Si parla spesso di capricci e lo si fa per lo più in modo improprio, convinti che i bambini debbano necessariamente capire e assecondare le esigenze dei genitori e non viceversa. Per quale motivo dovrebbe essere così? Perché non tenere conto di ciò che il capriccio rappresenta nell’universo infantile? Esso, infatti, da una parte, è uno strumento di comunicazione attraverso il quale i piccoli trasmettono a chi sta loro intorno un messaggio implicito, dall’altra è legato alle fasi di crescita attraverso le quali i bimbi passano nel corso della loro infanzia. In questo articolo vedremo come interpretare i capricci dei bambini.
Come interpretare i capricci dei bambini
È indispensabile perciò capire innanzitutto davanti a cosa ci si trova di fronte per cercare poi una soluzione che sia la più indicata per il bene del piccino, indipendentemente da quello che è il grado di fastidio e intolleranza che sul momento proviamo. Parlare di “vizi e capricci” nel primo anno di vita del bambino è scorretto. Il neonato piange perché ha fame, perché ha il pannolino sporco, perché gli fa male il pancino o perché ha paura. Mano a mano che cresce cercherà di affermare la sua autonomia.
Verso i due anni è il periodo cosiddetto “opposizionale”, quello in cui il piccolo dice sempre di “no” al fine di affermare se stesso. Crescendo ulteriormente le relazioni si diversificano e si moltiplicano. Non c’è più solo mamma e papà, ma insegnanti, compagni di scuola e di attività varie. Il bimbo entra in contatto con modelli educativi diversi e ciò ci deve far riflettere sulla coerenza dei messaggi educativi che mandiamo ai nostri figli. Spesso già da molto piccoli si trovano a dover soddisfare tante aspettative sia dei genitori che degli insegnanti, allenatori, educatori ecc… Compiti, impegni sportivi, imparare uno strumento musicale, catechismo, varie ed eventuali, possono letteralmente stancare il bambino che potrà manifestare con i cosiddetti capricci il suo bisogno di tranquillità, di gioco libero, di uno stare assieme all’adulto senza dover espletare necessariamente un compito.
Interpretare i capricci dei bambini:
GLI ERRORI PIÙ COMUNI DI MAMMA, PAPÀ ED EDUCATORI
- Pensare che i capricci siano sempre fini a se stessi
- Intervenire sugli effetti e non sulle cause.
- Mettere le proprie esigenze e aspettative davanti a quelle dei bambini.
- Lasciarsi guidare dai propri sensi di colpa e non dal bene reale dei piccoli.
- Non comprendere le diverse fasi di crescita attraverso le quali i bimbi passano e pretendere una formula di comportamento che vada bene sempre e indistintamente.
- Suddividere i bambini in “bravi” e “capricciosi”.
- Non capire che i bambini sereni difficilmente sono capricciosi e che se i capricci sono tanti e ripetitivi è segnale di qualcosa che non va a livello relazionale con l’adulto.