Se ripercorriamo il corso della storia possiamo osservare che in culture e tempi diversi si sono creati differenti tipi di famiglia. In quella poligamica un uomo sposa più donne e genera molti figli che saranno tra loro fratelli. Ma è esistito anche il caso contrario in cui una sola donna sposa più uomini in genere fratelli. Questo è stato un modo per controllare le nascite in alcune società dell’Asia che vivevano in luoghi molto impervi e poveri di risorse. In altre culture tribali esistevano suddivisioni molto nette dove le donne si prendevano cura dei bambini indipendentemente da chi fosse la madre biologica. C’era quindi un concetto di maternità “allargato”. Attraverso specifici riti di iniziazione l’individuo passava a far parte di un altro gruppo all’interno della stessa famiglia che oggi chiameremo clan o tribù. Tali gruppi avevano compiti diversi e specifici: cacciatori, guerrieri, coltivatrici, addette alle faccende domestiche ecc. Ho usato l’idea della fiction “I Cesaroni” perché rappresenta bene il concetto di famiglia allargata che sempre più spesso si vede nella nostra società. Con la metafora calcistica “zona Cesarini” si intende una situazione di pericolo, di fuori gioco in cui l’avversario può subire un goal. Mi pongo pertanto la domanda se la famiglia allargata presenta motivo di apprensione individuale e sociale. Come psicologo non spetta a me fare giudizi ma interrogarmi su come gestire al meglio una realtà che di fatto abbiamo sotto i nostri occhi. Sono i casi in cui la coppia si trova a vivere e gestire oltre ai figli propri anche quelli del nuovo partner. Sarebbe di certo auspicabile che i rapporti con gli ex compagni siano il più possibile sereni in modo da poter continuare ad assumere il ruolo genitoriale. Per fare questo è importante accettare che la storia precedente non ha funzionato, ci vuole pertanto lucidità nel riconoscere i propri errori e capacità di perdonare al fine di promuovere un maggior benessere proprio e altrui. Un altro aspetto che mi sembra utile sottolineare è l’importanza delle regole. La coppia dovrà chiarire prima con se stessa poi coi bambini provenienti da abitudini diverse quali debbano essere i comportamenti da adottare, quali da evitare. Più grande è la comunità più sono necessari atteggiamenti chiari e compiti definiti.
Famiglia allargata: come gestirla
Questo favorisce il buon funzionamento del menage familiare e stimola i comportamenti di cooperazione e adattamento reciproco. Osservando il regno animale dove l’esigenza della sopravvivenza della specie è prioritaria possiamo notare che il branco non è un’entità statica bensì dinamica. Il “capobranco” impone le regole al gruppo, mettendo in relazione gerarchica i componenti dello stesso creando un alto livello di collaborazione. Di certo quando per qualche motivo cambia l’assetto dei ruoli si crea un disequilibrio momentaneo atto a trovare una nuova stabilità. Così dovrebbe essere anche per l’essere umano. Quando un individuo per vari motivi si trova a dover uscire dalla prima famiglia per costruirne una seconda, è inevitabile che porti con sé il proprio vissuto e debba rielaborarlo assieme ai nuovi componenti che a loro volta avranno pensieri, emozioni e abitudini pregresse. A questo punto può essere d’aiuto l’intervento di uno psicologo, che stimoli a far chiarezza nella determinazione dei ruoli, delle regole e della comunicazione. Riassumendo si deve creare una situazione equilibrata con l’ex partner, con l’attuale, i relativi figli e il mondo esterno. Probabilmente il successo della fiction “I CESARONI” ha sdoganato il concetto di famiglia allargata portando nel piccolo schermo il bisogno forse represso che molte persone hanno di realizzare una nuova famiglia ”felice”, dopo che la prima esperienza non è andata secondo le aspettative.