Erano i primi anni ’90 quando da giovane studente di psicologia all’università di Padova mi rimase impressa una frase di una professoressa: “Lo psicologo assomiglia molto ad una ostetrica, aiuta la puerpera ma non può sostituirsi a lei”. Probabilmente è stata una sorta di piccola “illuminazione” per me che ancora brancolavo nella penombra di questa professione che intuitivamente mi appassionava ma che a livello pratico ancora non conoscevo. Un altro dettaglio che mi colpì durante uno dei tanti corsi fu che un professore non parlava di “pazienti in terapia” ma di “persone in terapia” aggiungendo poi che bisogna tenere con loro “la giusta vicinanza” mentre tanti altri docenti sostenevano la “giusta distanza”. Sarà l’annosa questione del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto ma io trovo più utile e conveniente raccontarmi le cose per il verso buono.
Chi è lo psicologo
Sono passati dal periodo dell’università un po’ di anni, libri, esami, esperienze formative-professionali ma continuo a sentire quel piacere nel vedere una persona che uscendo dal mio studio sta meglio, sorride perché ha risolto il suo piccolo o grande problema. Naturalmente per poter offrire a tante persone un aiuto professionale è necessaria una continua “alimentazione” da parte mia. Ecco che l’idea dello psicologo che assomiglia all’ostetrica si è evoluta e migliorata.
Ali Babà aveva 4 figli. Quando morì lasciò loro in eredità i suoi 39 cammelli con la clausola che al primo ne sarebbero spettati la metà, al secondo un quarto, al terzo un ottavo e al quarto un decimo. Sembra proprio un testamento come tanti fatto per creare litigi e beghe tra fratelli. Infatti anche i figli di Ali Babà discutevano animatamente per risolvere il problema all’apparenza irrisolvibile di dividere i 39 cammelli. Come è possibile dividere 39 cammelli? Il loro vociare si fece talmente alto e irruento che fu sentito da un saggio viandante che passava di lì col suo cammello. Si fermò, analizzò il problema davanti ad una tazza di tè e trovò la seguente soluzione. Aggiunse il suo cammello ai 39 poi assegnò venti cammelli al primogenito, dieci al secondogenito, cinque al terzogenito e quattro al quartogenito poi prese il suo cammello e se ne andò per la sua strada.
Trovo che lo psicologo sia molto simile al saggio viandante che è riuscito a vedere il problema da un altro punto di vista e trovarne la soluzione.
Mi piace perché il saggio viandante una volta svolto il suo compito se ne va per la sua strada lasciando alle sue spalle una situazione positiva. Ha saputo trasformare il conflitto in armonia senza rimanerne invischiato.
Non basta che il terapeuta attivi strategie che inducono al cambiamento, ci vuole anche la compartecipazione e la responsabilità di chi lo richiede.