Relazione terapeutica tra uomo e animale

 

In collaborazione con Giorgia Zanlorenzi

 

Da sempre l’uomo sembra attratto dagli animali. Oggi più che mai consideriamo i nostri animali domestici come parte della famiglia e siamo consapevoli del loro valore relazionale. Ci fanno sentire amati, e noi ci sentiamo liberi di esprimere loro l’affetto che proviamo. La relazione tra uomo e animale oggi viene utilizzata proprio a livello terapeutico.

Pet Therapy, in Italiano, sta infatti per “terapia con animali domestici”. Essa, però, non ha un ruolo nel processo di guarigione né si occupa del superamento di eventuali patologie come la parola terapia potrebbe invece far intendere (Gullì, 2018, p. 27). La Pet Therapy, realmente, è un’azione co-terapeutica che cerca di agevolare e sostenere processi terapeutici già esistenti e messi in atto (Trevisiol, 2022). Vi è un’equipe che accoglie l’orientamento ed il progetto terapeutico di un utente/paziente comunicati dalla sua figura di riferimento (medico, psicologo, psicoterapeuta, ecc.), a partire da ciò, vengono individuati gli obbiettivi che si vorranno raggiungere con lo scopo di trarre degli effetti benefici dalla relazione tra uomo e animale. Ottenere ciò, però, non è facile come può sembrare. Non basta far interagire uomo e animale perché si abbiano i benefici desiderati. La Pet Therapy, infatti, possiede metodologie e prassi idonee, ufficiali e specifiche, adattate all’obbiettivo che si intende raggiungere con ogni singolo utente (Trevisiol, 2022).

Per ciò che è stato sopra descritto, oggi si preferisce utilizzare la dicitura “Interventi Assistiti con gli Animali”, abbreviato IAA.
Fu nel 1961 che un evento specifico portò alla nascita della Pet Therapy. Boris Leverson, psicoterapeuta di formazione psicanalitica, si stava occupando di un bambino affetto da un grave disturbo dello spettro autistico che fu in grado di aprirsi e relazionarsi con il terapeuta solo dopo aver incontrato casualmente il cane del suddetto, nel suo studio. La presenza del cane durante le sedute fece la differenza.

Gli Interventi Assistiti con Animali possono avere una valenza terapeutica, riabilitativa, educativa o ricreativa a seconda del tipo di intervento. Cosa accade durante questi incontri è stabilito dettagliatamente da dalle Linee Guida. Per esempio, nel caso delle Terapie Assistite con Animali (TAA), le Linee Guida riferiscono:
Intervento a valenza terapeutica finalizzato alla cura dei disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale, rivolto a soggetti con patologie fisiche, psichiche, sensoriali o plurime, di qualunque origine. L’intervento è personalizzato sul paziente e richiede apposita prescrizione medica” (Centro di Referenza Nazionale, 2015).
Questi interventi ottengo risultati positivi per la capacità degli animali di accogliere la relazione con l’uomo senza pregiudizi a prescindere dalle sue condizioni fisiche e mentali.
Secondo Edward O. Olson (1984), l’attrazione tra uomo e animale può essere descritta come una tendenza innata ad interessarsi alla vita e ai processi vitali. Questa attrazione sarebbe impressa in alcuni geni, tutt’ora presenti in noi, trasmessi da generazione a generazione a partire da un tempo in cui l’uomo viveva in stretto ed essenziale contatto con gli animali e la natura nel suo insieme. C’era infatti un tempo in cui gli animali non venivano considerati esseri inferiori all’uomo o in funzione di esso; in moltissime culture essi venivano considerati dei mediatori spirituali, con qualità talvolta divine o soprannaturali.
L’essere umano, dal canto suo, è per natura attratto dalle caratteristiche e dai tratti infantili che possiedono gli animali, ecco perché tende a mettere in atto verso di loro comportamenti di cura e linguaggi che normalmente sarebbero indirizzati ai bambini. L’uomo ha anche la tendenza ad esplorare e voler conoscere l’ignoto, motivo per cui risulta attratto dagli animali e dalla possibilità di indagare cosa caratterizza e differenzia queste specie da quella umana. Inoltre, gli uomini hanno una predisposizione alla costruzione di relazioni affettive sia con soggetti della stessa specie che non.

Nelle relazioni tra umani e animali il coinvolgimento emotivo tende ad essere elevato, questo fa sì che l’evento venga ricordato a lungo dal soggetto con influenze positive su esso (Marchesini, 2015).
L’animale, poi, si relaziona attraverso la comunicazione non verbale, perciò permette a chi ha difficoltà in ambito comunicativo di potersi esprimere appieno. Questo non giudica la persona sotto nessun aspetto, non gli importa del suo status sociale, della sua cultura, del suo aspetto fisico, del suo orientamento sessuale o delle sue eventuali disabilità; l’animale, di qualsiasi specie si tratti, è naturale e spontaneo, si potrebbe dire autentico. La relazione tra uomo e animale ha come diretta conseguenza un aumento nell’uomo della propensione a creare migliori relazioni sociali con soggetti della stessa specie (Marchesini, 2015).

“L’animale ci guarda e noi siamo nudi davanti a lui. E pensare comincia forse proprio da qui” (Derrida J., L’animale che dunque sono, Jaca Book, Milano, 2009, p. 68).

 

 

BIBLIOGRAFIA

Gullì, M. (2018). Interventi assistiti con gli animali nei disturbi del linguaggio. Trento: Erickson.
Marchesini, R. (2015). Pet Therapy. Manuale pratico. Firenze: De Vecchi Edizioni.
Trevisiol, G. (2022) Pet Therapy e potenzialità inclusive. Riflessioni e possibili ambiti di intervento. Tesi di laurea.

 

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