Bullismo

Il bullismo da definizione è un comportamento prevaricatore di natura fisica e/o verbale, caratterizzato da molestia e aggressività anche di tipo minaccioso, sempre di natura intenzionale o intenzionalmente non inibita.
È diretto verso una o più persone da parte di una o più persone, in particolare tra coetanei adolescenti o giovanissimi adulti, e dove la parte soccombente è generalmente più debole e/o incapace di difendersi .

Questo prevede :
– Intenzionalità
– Squilibrio di potere
– Ripetizione

Il bullismo è presente in più forme(cyberbullismo, mobbing etc), e soprattutto si può trovare in tutte le fasce di età.
Facendo riferimento agli adolescenti / bambini troviamo il bullismo scolastico, diffuso più nel genere maschile che nel femminile.
Da come si deduce dal nome avviene nel contesto dell’istruzione, spesso lontano dagli occhi dei docenti, nei momenti di pausa, in bagno, può essere sia verbale, insulti, derisioni che fisico, rubare la merenda, spingere, aggredire.

In Italia come riporta il ministero della salute ha percentuali alte, troviamo infatti che
– Gli 11enni vittime di bullismo sono il 18,9 % dei ragazzi e il 19,8% delle ragazze
– nella fascia di età di 13 anni sono il 14,6% dei maschi e il 17,3% delle femmine
– gli adolescenti (15 anni) sono il 9,9% dei ragazzi e il 9,2% delle ragazze.

Come si può immaginare i ragazzi colpiti sono sensibili, introversi , pertanto diviene più complesso individuarli sia da parte dei genitori che da parte degli insegnanti, e , inoltre, nonostante spesso questi episodi siano noti ai compagni di classe per paura di ricevere lo stesso trattamento nessuno interviene.

Cosa fare quindi per contrastarlo?
Una cosa fondamentale è il dialogo, promuovere le attività di classe in modo da aumentare i legami, favorire la comunicazione sia tra studenti che verso l’insegnante.
In questi momenti importante è anche la discussione sull’emotività, sui sentimenti, e anche sull’ argomento stesso, facendo leva sul fatto che l’insegnante come il genitore sia una figura di riferimento per eventuali problematiche.
Una volta individuati questi comportamenti , e i responsabili, non bisogna punire, il bullo si comporta così perché è anch’esso una persona fragile e ha bisogno di aiuto.
Infatti spesso il bullismo nasconde disturbi del comportamento e situazioni sociali non favorevoli allo sviluppo, si deve quindi educare il bambino alla comunicazione, all’empatia e all’accettazione, aiutandolo a capire che quello che fa non è corretto e può fare effettivamente del male.

Per quanto riguarda la vittima , bisogna agire per ripristinare la sua autostima e favorire la rintegrazione in classe poiché il bullismo porta nel bambino effetti a lungo termine, come ad esempio:

– Isolamento, nessuno gli sta vicino per paura di subire le stesse cose
– Dispersione scolastica, non vuole più andare a scuola
– Disturbi psicologici, ansia, depressione
– Sentimenti di abbandono

Dopo la conoscenza di questi episodi è quindi necessaria la comunicazione e l’aiuto della classe.

 

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