L’intestino è oggi considerato il “secondo cervello” dell’essere umano. Oltre ad essere un’espressione ormai diventata di moda e nota a tutti o quasi, questa definizione è assai calzante. Le ricerche hanno scoperto, infatti, che all’interno di quest’organo sono presenti moltissime cellule nervose, che non solo comunicano costantemente con il cervello, ma godono anche di una certa autonomia. L’intestino reagisce infatti agli stimoli emotivi e svolge un ruolo fondamentale nell’esprimere le emozioni.
Da quanto affermato, si evince come la “pancia” possa influenzare potentemente la “testa” e viceversa: i pensieri e gli stati d’animo condizionano la nostra salute intestinale così come questa incide sul nostro umore. Non a caso, problematiche che riguardano stomaco e intestino, come la colite, la stipsi o la diarrea, sono associate spesso a determinate difficoltà psicologiche o caratteristiche di personalità. Questo non significa che è la mente la causa del disturbo fisico, ma implica semplicemente che, oltre a fattori fisiologici, sono coinvolte anche dinamiche psichiche, che da una parte possono contribuire a dare origine a questi disagi, dall’altra ne sono gli effetti e le conseguenze.
Colite e problemi intestinali: il ruolo della psiche
Scopriamo allora quali sono i tratti comuni che si riscontrano nelle persone che soffrono di problemi intestinali e alcune piccole strategie da adottare in aggiunta ai rimedi naturali o farmacologici.
La personalità di chi presenta colite
Spesso, la sindrome del colon irritabile o sintomi di stipsi e diarrea si accompagnano a:
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Perfezionismo: tendenza a voler sempre mostrare il meglio di sé e a puntare ad obiettivi molto alti. Questo può essere positivo, ma a volte può portare a nascondere agli altri i propri bisogni ed eventuali difficoltà per paura di sembrare deboli o “difettosi”. Inoltre, il fatto di voler compiacere gli altri e apparire desiderabili ai loro occhi, senza mai creare problemi, può far sì che “si mandino giù troppi rospi”, il che, simbolicamente, allude anche all’appesantirsi dell’intestino a causa della presenza di cibi non digeribili.
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Eccessivo controllo: nelle persone che soffrono di colite si ritrova spesso l’abitudine di pianificare e programmare ogni momento, adoperandosi il più possibile per prevenire eventuali intoppi e fare le cose al meglio; questo, però, può a volte soffocare la propria spontaneità e libertà; genera inoltre ansia per il fatto di non poter controllare tutto e si traduce in un intestino “gonfio” di troppi alimenti non in grado di espellere.
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Rimuginazione: questo processo mentale consiste nel rimanere concentrati in modo ripetitivo e continuo su un pensiero, di solito negativo. Simbolicamente, nel corpo si assiste alla stitichezza, ossia al trattenere tutto dentro e al non lasciare andare. La rimuginazione, inoltre, è spesso associata alla depressione e all’ansia e ostacola, anziché agevolare, la risoluzione dei problemi.
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Pessimismo: il soggetto colitico è spesso una persona che si prepara ad affrontare il peggio e che ragiona sempre su tutte le possibili conseguenze negative derivanti da un’azione; è così soggetto ad ansia e preoccupazione.
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Ricerca di conferme e di approvazione: chi presenta colite tende in genere ad avere bisogno di certezze. Si affida così a routine e programmi da seguire in modo metodico; tende inoltre a ricercare rassicurazioni e sostegno dagli altri: spesso non fa ciò che vorrebbe per paura di suscitare le critiche di qualcuno e tiene molto in conto l’opinione altrui. Sul piano affettivo, questa caratteristica può anche comportare gelosia e possessività, dovuta ad una viscerale paura dell’abbandono dell’altro e insicurezza.
I consigli dell’esperto
La psicologia può venire in aiuto in questi casi, pur senza sostituirsi al tradizionale approccio medico e farmacologico. È importante, infatti, che la cura del problema non si limiti ad una pastiglia, ma coinvolga la persona nella sua totalità, cercando la comprensione e lo sblocco dei fattori mentali coinvolti nel disturbo.
Sebbene si raccomandi una consulenza specialistica con uno psicoterapeuta, è possibile adottare delle piccole accortezze quando si ravveda la presenza di problemi intestinali, soprattutto se in associazione a qualcuno dei tratti sopraelencati:
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Concediti degli sgarri: per uscire dai propri schemi rigidi di perfezionismo e controllo, è importante darsi lo spazio per leggere trasgressioni, azioni compiute in tutta libertà e prive di una riflessione ponderata alla base. Questo include sia la concessione di piccoli piaceri come un’uscita al cinema, momenti di svago o un cibo particolarmente gustoso, sia la possibilità di precludersi delle ore per non far nulla o semplicemente degli attimi non pianificati in anticipo. Un consiglio strategico per far ciò è quello di lasciare dei “buchi” nella propria agenda: si deciderà come utilizzare quel tempo soltanto quando lo si ha a disposizione, non prima.
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Smetti di rimuginare: per evitare di concentrarti ossessivamente sui tuoi pensieri, inizia a considerarli come dei semplici fatti mentali che possono comparire nella tua testa ma che non sono parte di te. Spesso, infatti, si ha la tendenza a confondere ciò che si è con ciò che si pensa e si sente: si dice infatti “sono agitato” piuttosto che “ho l’agitazione”. In realtà, i pensieri e le sensazioni vanno a vengono e, perciò, non sono affatto una costante del nostro carattere. Un buon modo per evitare di rimanere avviluppati dai propri pensieri è quello di chiudere gli occhi e di immaginare le proprie fantasie, le proprie preoccupazioni, come dei passeggeri su un treno che compaiono alla tua vista per poi allontanarsi gradualmente. Un altro trucco utile è quello di scrivere nero su bianco ciò che ti tormenta e di poi accartocciare e buttare il foglio.
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Non giudicare: cerca di essere meno rigido, sia con te che non gli altri. Se avverti una sensazione che ti infastidisce e ostacola i tuoi piani, come la stanchezza, o un pensiero che non ti piace e ritieni sconveniente, come la fantasia di un’avventura con qualcuno o di un piccolo gesto di maleducazione, non scacciarlo e tacciarlo in quanto inopportuno, ma permettiti di lasciare che prenda spazio nella tua mente e di sognare a occhi aperti. Provare o immaginare qualcosa non significa tradurlo per forza in azione ed è normale che a volte possano fare capolino nella psiche pensieri strani o trasgressivi. Allo stesso modo, sii morbido anche con gli altri: a volte quella che scambi per mancanza di serietà potrebbe essere soltanto un po’ di umorismo che a te manca o quella che ti sembra pigrizia un po’ di sano riposo; cerca di non irrigidirti nelle tue posizioni e di accettare la presenza di atteggiamenti diversi dai tuoi.
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Datti il coraggio di cambiare: spesso le persone che soffrono di colite programmano ogni aspetto della loro vita e agiscono solo quando ritengono che sia il momento di farlo; temono perciò gli imprevisti e il cambiamento. È importante invece abituarsi ad accoglierli e ad aprirsi ad essi: concediti perciò delle graduali novità, come cambiare strada per andare a lavoro o vestirti con un colore diverso. Cerca inoltre di assecondare i tuoi istinti e di non evitare le situazioni per paura di sbagliare!