Giornali e televisioni sono ridondanti in quest’ultimo periodo di fatti di cronaca in cui donne, soprattutto adolescenti, subiscono violenza e forme di aggressività psicologica e fisica dal loro partner.
“Andrea appena conosciuto sembrava un ragazzo gentile e a modo, ma già dopo due settimane ha cominciato a pretendere un rapporto sessuale. Io essendo ancora molto giovane non mi sentivo pronta. Ha cominciato a minacciare di lasciarmi e che avrebbe detto in giro che ero frigida. Mi sono sentita inadeguata ai suoi occhi e anche rispetto a quelle mie amiche che l’avevano già fatto, così anche se contro voglia, ho ceduto. Non mi è piaciuto anche perché in seguito voleva solo quello, mi trascurava, non mi coccolava e spesso era geloso senza motivo. Alzava la voce ed è persino giunto a mollarmi un ceffone! Dopo un lungo periodo di questa situazione ho avuto il coraggio di parlarne con i miei genitori. A distanza di qualche anno, grazie anche a un sostegno psicologico, sono riuscita a rifarmi una vita e ora sono felicemente mamma e moglie“.
Purtroppo non tutte le storie hanno un lieto fine come questa che ho seguito da un punto di vista professionale.
In questo articolo desidero aiutare le adolescenti ma anche le donne adulte a cogliere in anticipo i segnali che invia il maschio potenzialmente violento, aggressivo e possessivo.
Campanelli d’allarme per riconoscere e prevenire gli atteggiamenti violenti
In genere l’uomo che nasconde tendenze violente si presenta alle prime battute come una persona molto gentile e a modo. Il primo suggerimento pertanto è quello di “darti tempo“ e, nonostante l’infatuazione iniziale, non buttarti a capofitto tra le sue braccia. Se comincia a voler controllare il tuo telefonino o a chiederti perché hai osservato questo o quel ragazzo, potresti avere tra le mani un compagno che considera la sua partner una sorta di proprietà privata.
Ricorda quindi: “Io sono mia”! Il rapporto amoroso per essere sano e costruttivo non implica l’assenza di libertà nel perseguire i propri interessi e passioni. Qualora dovesse porti dei limiti su ciò che devi fare o meno alza le antenne e non farti abbagliare solo dal fascino o dall’attrazione.
Se un po’ di gelosia è comprensibile, soprattutto nella fase iniziale del rapporto, non è in se un ingrediente funzionale nella relazione a due.
Un altro aspetto da tenere in seria considerazione è quello di pretendere il rapporto sessuale: se non te la senti è opportuno rispettare i tuoi tempi. Non esiste il dovere coniugale, semmai il “piacere coniugale“ quando entrambi sono empaticamente predisposti all’erotismo.
In presenza di schiaffi o pedate significa che si è oltrepassato il limite e sei caduta con mani e piedi dentro la rete di un violento. Sei già verosimilmente passata attraverso la violenza psicologica delle minacce : “Se non fai sesso con me sei una bigotta e lo dichiaro su Facebook”. Naturalmente comincerai a vergognarti e a sentirti debole e inadeguata; ricorri ai ripari!
Se sei un’adolescente prendi il coraggio a quattro mani e parlane con una persona di fiducia: un genitore, un professore o lo psicologo della scuola. È probabile che tu abbia un forte senso di autocolpevolizzazione dovuto al plagio che goccia dopo goccia ha instillato in te. Esistono centri antiviolenza, numeri verdi da contattare e psicologi nella tua città che ti possono tirar fuori da questa situazione. Assieme e in base alla gravità si può valutare anche il ricorso alle forze dell’ordine.
Infine ricorda che il violento non necessariamente ha vissuto in ambienti malfamati, anzi viene spesso dalle cosiddette “famiglie bene”: probabilmente la sua tendenza ad aggressività e possesso deriva proprio da un modello familiare così improntato ed è indipendente dalla classe sociale. Tutto questo bisogno di controllo nasconde una forte insicurezza in se stessi.
Pertanto fai leva su questa sua debolezza per liberarti dalle sue prepotenti ma fragili maglie.