Dipendenza dal proprio aspetto fisico

Parliamo di vigoressia ovvero sindrome da Adone

 

LE PALESTRE DOVE VAI SONO AFFOLLATE DI TIZI CHE CERCANO DI SEMBRARE UOMINI, COME SE ESSERE UN UOMO EQUIVALESSE AD AVERE L’ASPETTO CHE HA IN MENTE UNO SCULTORE O UN PUBBLICITARIO.

 

Con la crescente moda di scattarsi selfie e postarli un po’ ovunque fra i social, l’aspetto fisico è diventato fondamentale ai giorni nostri. Centri di chirurgia estetica e S.P.A sono sempre più affollati, così come le palestre, dove in molti sono disposti a sudare e faticare per mostrarsi più tonici e in forma. In effetti, è importante prendersi cura di sé e praticare dell’attività fisica è fondamentale per mantenersi in salute e tenere sotto controllo il peso. Tuttavia, per qualcuno la bellezza del corpo finisce per diventare addirittura un’ossessione, i cui effetti negativi si riverberano non solo sul benessere mentale, ma anche, paradossalmente, sul corpo stesso. Si sta diffondendo infatti, soprattutto nella popolazione maschile, la tendenza a inseguire l’ideale di un fisico muscoloso e statuario, la quale in psicologia viene definita “vigoressia” o “complesso di Adone”. Essa, al contrario dell’anoressia, sarebbe caratterizzata dal tentativo spasmodico di aumentare sempre di più la propria massa e dal fatto di vedersi troppo esili, anche quando in realtà si è già raggiunto un corpo atletico. Questo porta anche a comportamenti disfunzionali, come sottoporsi ad allenamenti eccessivamente prolungati ed estenuanti, trascurare impegni scolastici e lavorativi per andare in palestra e sottoporsi a diete drastiche e poco salutari.

 

Dipendenza dal proprio aspetto fisico

 

Dipendenza dal proprio aspetto fisico: i rischi

I rischi derivanti da tale atteggiamento sono numerosi. Se infatti l’esercizio motorio provoca numerosi benefici, è anche vero che, se praticato in maniera eccessiva e senza porre attenzione al rispetto dei tempi di riposo necessari per riprendersi, può favorire l’insorgere di infortuni e strappi; inoltre, sottoporsi a diete eccessivamente rigorose e sbilanciate a favore delle proteine, come molti fanno per aumentare la propria massa muscolare, conduce a carenze nutrizionali. Anche l’utilizzo di integratori può essere dannoso se essi sono assunti in modo eccessivo o scorretto. Alcuni, inoltre, fanno uso di sostanze illegali, come gli steroidi anabolizzanti, che pur favorendo la crescita muscolare, sono pericolosi per la salute.
Dal punto di vista psicologico, le persone affette da vigoressia si sentono spesso inadeguate, presentano difficoltà relazionali e soffrono di una bassa autostima. Il desiderio di risultare più attraenti coincide in realtà con il bisogno di essere amati e apprezzati: la persona vigoressica, non riuscendo a scorgere in sé altri aspetti positivi da esaltare e sentendosi a disagio nei rapporti interpersonali, tenta di raggiungere conferme positive su di sé attraverso l’aspetto fisico. Lo stile di vita eccessivamente rigido e il tempo prolungato dedicato all’allenamento la portano, però, ad isolarsi ancora di più e a trascurare amicizie e tempo libero. Evitare di mettersi in gioco in situazioni sociali, fra l’altro, rafforza i timori del soggetto ad esporsi a contesti relazionali e riduce la sua autostima. Inoltre, molto spesso chi soffre di vigoressia è perfezionista e ossessivo, per cui si autoimpone routine rigide e prive di svago. L’attenzione massiva rivolta all’esercizio fisico porta anche a sviluppare una dipendenza malsana da esso, dovuta non solo ai fattori psicologici citati, ma anche alle endorfine prodotte durante l’attività motoria.

La vigoressia, anche se è una problematica ancora sconosciuta, si sta diffondendo in quantità sempre crescente nella società moderna e per questo è importante attivarsi con misure di prevenzione. Molti infatti non arrivano a sviluppare questo disturbo, ma possono sperimentare disagio e insicurezza a causa dell’insoddisfazione per il loro aspetto fisico. Se si sospetta che qualcuno fra le proprie conoscenze sia in una situazione simile, è importante offrirgli la propria vicinanza, favorendo le occasioni di svago e non assecondando la sua fissazione per l’attività fisica. È bene inoltre che medici, istruttori e insegnanti di educazione motoria ricordino l’importanza dei tempi di riposo, di un’alimentazione ben bilanciata e forniscano motivazioni a praticare sport diverse da quelle estetiche, sottolineando come esso possa essere un mezzo per socializzare e divertirsi insieme agli altri. Se questo non basta, è però necessario che la persona in questione si rivolga ad uno psicoterapeuta, che lo aiuterà ad alimentare la sua autostima e a ridurre il suo disagio. Perché la forza vera non è quella che sta nei muscoli, ma dentro di sé!

 

 

 

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