Il termine che meglio esprime il concetto di pubertà è metamorfosi, ovvero il mutamento, nella forma e nella struttura, di un organismo vivente nelle varie fasi del suo sviluppo.
Questo “nuovo individuo” entra in casa e prende il posto del figlio. I genitori spesso faticano a capirlo e a riconoscerlo.
Ma anche gli adolescenti in primis sono preoccupati per l’estraneo che è entrato dentro di loro, faticano a riconoscersi, si scoprono ogni giorno ,sono sorpresi dai loro ragionamenti, da pensieri nuovi, disorientati dagli sbalzi di umore, preoccupati o addirittura spaventati dalle loro reazioni che faticano a controllare, dalle pulsioni.
La pubertà è un vero e proprio tsunami che nel periodo tra i 10-11 e 15-16 anni da vita ad una serie di mutamenti somatici che portano a loro volta a dei cambiamenti radicali nella vita del ragazzo.
Questi sviluppi hanno caratteristiche peculiari: sono repentini, rapidi e drammatici (per l’impatto che hanno, in primis emotivo) e spesso inattesi, molteplici (morfologici, sessuali, organici) avvengono in un individuo che ne è consapevole.
Questi cambiamenti hanno un forte impatto sia sulla sfera personale, sia su quella relazionale.
Nella prima influenzano l’immagine corporea (parte molto importante dell’idea di sè).
Questi giovani tendono ad avere la sensazione che il loro corpo non cambi mai, ma quando si accorgono di questi cambiamenti fanno fatica ad accettarli.
Cambiano anche i modi di pensare, diventano più astratti, ipotetico-deduttivi come effetto della pubertà ovvero l’azione degli ormoni e le tempistiche dello sviluppo del cervello.
Si modificano anche le capacità e le abitudini: un fisico che cambia è un fisico che non sa più fare delle cose (es. tutte le bambine riescono a ballare, non tutte le adolescenti riescono a farlo).
Inoltre anche le fantasie e le attività sessuali cambiano.
Tutto ciò influenza molto autostima e benessere.
Sulla sfera relazionale si modificano i rapporti con i genitori:i ragazzi iniziano a scoprire non più solo i loro pregi, ma anche i loro difetti. Il rapporto con i pari cambia radicalmente, molto più profondo e significativo.
Infine anche la relazione con il patner si evolve.
L’evoluzione del corpo diventa la prima grande sfida per gli adolescenti, devono ricominciare ad accettarsi, e quindi costruire con esso un rapporto che sia consapevole e sano.
Gli adolescenti si riprendono il potere del proprio corpo e questo molti genitori faticano ad accettarlo. Non a caso i primi conflitti sulla strada dell’autonomia e dell’individuazione sono frequentemente legati all’affermazione dell’autorità sulla propria apparenza: come, ad esempio, le decisioni autonome del proprio aspetto, ovvero come vestirsi, come tagliarsi i capelli, come truccarsi, l’igiene personale, etc.
Il corpo quindi è al centro dell’universo adolescenziale. Il corpo cambia, è un protagonista non atteso ne voluto che si impone con prepotenza verso l’esterno (la sproporzione tra le parti, la crescita non armonica, l’acne, la goffaggine, dolori muscolari, articolari, fastidi dovuti allo sviluppo dei caratteri sessuali secondari) e verso l’interno (dolori psicologici, emozioni piacevoli e di entusiasmo, ma anche di vergogna, imbarazzo, senso di colpa per l’allontanamento dall’infanzia).
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