“Trattali come se già fossero ciò che possono diventare, e lo diventeranno.”
Questa frase, che riecheggia nella filosofia, nella pedagogia e nella psicologia, descrive perfettamente uno dei fenomeni più affascinanti e potenti delle relazioni umane: l’effetto Pigmalione.
Ma cos’è, esattamente, questo effetto? E perché è così importante, soprattutto oggi?
Cos’è l’effetto Pigmalione?
L’effetto Pigmalione, noto anche come profezia che si autoavvera, è un fenomeno psicologico per cui le aspettative che abbiamo su qualcuno influenzano, concretamente, il suo comportamento e la sua performance.
In altre parole: credere che una persona sia capace, intelligente o affidabile può davvero aiutarla a diventarlo. Al contrario, aspettarsi il peggio da qualcuno può portarlo a peggiorare.
Il nome deriva dal mito di Pigmalione, lo scultore che si innamorò della statua da lui stesso scolpita, così profondamente da infonderle vita. Allo stesso modo, le nostre convinzioni possono “plasmare” gli altri, nel bene e nel male.
L’esperimento che ha fatto la storia
Nel 1968, gli psicologi Robert Rosenthal e Lenore Jacobson condussero uno studio diventato celebre.
In una scuola elementare, dissero agli insegnanti che alcuni studenti (selezionati a caso) avevano ottenuto risultati altissimi in un test sull’intelligenza, e quindi avevano un “grande potenziale” di crescita.
In realtà, quei bambini non erano diversi dagli altri.
Cosa accadde nei mesi successivi?
I bambini “etichettati” come promettenti iniziarono a migliorare davvero nei risultati scolastici. Non perché fossero più intelligenti, ma perché gli insegnanti – anche inconsciamente – li trattavano con più fiducia, attenzione e incoraggiamento.
Questo studio dimostrò quanto le aspettative positive (o negative) influenzino il comportamento di chi ci sta accanto.
Dove agisce l’effetto Pigmalione?
Nel lavoro
Un manager che crede nel potenziale del proprio team trasmette motivazione, fiducia e apertura all’errore. Questo clima psicologico fa crescere le performance e il senso di appartenenza.
Viceversa, un capo che si aspetta fallimenti troverà spesso conferme… proprio perché le sue aspettative limitano l’autoefficacia altrui.
A scuola
Insegnanti che vedono “talento” nei propri alunni spesso creano le condizioni perché quel talento emerga: offrono sfide stimolanti, più incoraggiamenti, un clima di fiducia.
Attenzione però: lo stesso meccanismo vale anche al contrario. Etichette come “è svogliato”, “è lento” possono diventare gabbie invisibili.
Nelle relazioni
In coppia, tra amici, tra genitori e figli: come vediamo l’altro influenza come l’altro si vede. Se trasmettiamo fiducia, stima e rispetto, spesso l’altro finirà per crederci davvero.
In fondo, ognuno di noi ha bisogno di qualcuno che creda in lui prima ancora di riuscirci da solo.
È solo suggestione?
Potremmo pensare: “Ma non è un’illusione? Non rischiamo di vedere cose che non ci sono?”
In realtà, il punto non è illudersi sul potenziale degli altri, ma scegliere di credere che quel potenziale possa crescere.
È un approccio che favorisce lo sviluppo, invece di soffocarlo con giudizi precoci.
L’effetto Pigmalione non dice che tutti possono diventare chiunque. Dice che le nostre aspettative sono semi: possiamo scegliere cosa piantare.
Cosa possiamo imparare da tutto questo?
- Parlare alle persone come se fossero già nella loro versione migliore. Spesso inizieranno a muoversi in quella direzione.
- Osservare i propri pregiudizi: sono spesso invisibili, ma potentissimi.
- Ricordare il proprio ruolo nella crescita altrui: ogni giorno, anche con piccoli gesti, contribuiamo a creare le persone intorno a noi.
In conclusione
L’effetto Pigmalione ci ricorda che le relazioni non sono neutre: ogni interazione può far sbocciare o bloccare il potenziale di qualcuno.
Credere in qualcuno, anche quando nemmeno lui ci riesce, può essere un atto di trasformazione profonda.
Perché a volte, tutto ciò che serve per cambiare è sapere che qualcuno – da qualche parte – ci vede già nella nostra forma migliore.
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