La non-monogamia consensuale è un termine generico che descrive una serie di pratiche relazionali e sessuali in cui le persone hanno più di un partner con il consenso e la conoscenza espliciti di tutti i soggetti coinvolti. Questa apertura la distingue dall’infedeltà ed è il motivo per cui viene definita anche non-monogamia etica o responsabile.
Tra le forme di non-monogamia consensuale troviamo:
– le relazioni aperte: relazioni diadiche in cui i partecipanti possono avere più di un partner sessuale alla volta;
– lo scambismo: pratica sessuale che consiste in coppie che si scambiano con altre coppie a fini puramente sessuali;
– il poliamore: pratica in cui i partner si impegnano in molteplici relazioni romantiche e sessuali.
Si tratta di relazioni che si distanziano dalla visione classica, tradizionale e socialmente accettata di mono- ed etero-normatività e sono quindi spesso soggette a stigma e pubblicità mediatica negativa.
Nonostante questa visione sfavorevole, tuttavia, le diverse forme di non-monogamia consensuale stanno diventando sempre più popolari. Per alcune coppie si tratta di qualcosa di transitorio, può essere un tentativo di ravvivare la fiamma e salvare il rapporto inserendo un aspetto di trasgressione, eccitazione e varietà senza arrivare all’infedeltà, oppure può essere una specie di fase di sviluppo in cui esplorare diversi partner in un periodo di maturazione sociale, cognitiva e sessuale. Per altre coppie, invece, si tratta di qualcosa di più duraturo, diventando uno stile di vita, che porta spesso alla partecipazione a comunità non-monogame.
I motivi alla base di questa partecipazione sono molteplici. Da una parte c’è la differenziazione dei bisogni, che parte dal presupposto che i bisogni non possono essere soddisfatti interamente in una relazione diadica e perciò si distingue tra partner primari che soddisfano i bisogni di cura e partner secondari che invece soddisfano i bisogni erotici. Sotto un altro punto di vista, la partecipazione a più relazioni consensuali soddisfa in alcuni individui il bisogno di crescita personale, in cui poter impegnarsi in nuove attività, apprendere nuove competenze, ampliare la propria prospettiva entrando in rapporto sessuale ed emotivo con più partner diversi. Alle volte, però, le motivazioni che spingono un individuo a partecipare a relazioni non-monogame consensuali vanno più in profondità e riguardano un aspetto più di adattamento. Le persone che, ad esempio, hanno paura della solitudine, dell’abbandono e dell’insicurezza, sono più propense ad unirsi a comunità poliamorose perché presentano un’opportunità più facile per trovare un partner rispetto alla monogamia e offrono un senso di appartenenza. Per alcune coppie, che di solito presentano un rapporto disfunzionale o comunque danneggiato, le relazioni esterne a quella diadica primaria possono diventare una sorta di sfida per vedere chi all’interno della coppia ha più rapporti sessuali o ancora una messa alla prova del proprio partner principale, mettendo in evidenza la mancanza di fiducia spesso accompagnata dall’incapacità di manifestare determinate emozioni e un senso generale di insoddisfazione.
Ovviamente esistono altre motivazioni, come l’espressione di valori politici diversi dalla maggioranza e l’esplorazione della propria identità sessuale, ciò che è importante, nella pratica, è tenere in considerazione le motivazioni che possono spingere una coppia a voler partecipare a pratiche non-monogame consensuali, incoraggiare la ricerca e una presa di decisione concorde. E soprattutto, nel momento in cui la coppia decide di chiedere aiuto e consiglio da parte di un terapeuta, è fondamentale che quest’ultimo mantenga un atteggiamento neutrale e crei un ambiente il più de-stigmatizzante possibile.
Fonte: https://formazionecontinuainpsicologia.it/relazioni-poliamorose/
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