Psicologia e realtà virtuale

“Dopo vari mesi di duro lavoro, finalmente sto iniziando a vedere dei progressi rispetto alla mia più grande paura: quella dei ragni. Ultimamente il mio terapeuta mi ha fatto utilizzare un visore di realtà virtuale, attraverso il quale, ho iniziato a lavorare sulla mia fobia e a rendermi conto di quanto alcuni miei pensieri fossero assolutamente irrazionali. Incontro dopo incontro, sono riuscita per la prima volta ad avvicinarmi a una teca chiusa, piena di ragni e a stare ferma lì ad osservarli. Nel mentre ascoltavo tutte le sensazioni che il mio corpo mi segnalava e già il fatto che non volessi scappare, come avrei fatto tempo fa, per me è stata una grande conquista”.

Oggi giorno esiste una moltitudine di strumenti tecnologici e, tra questi, la realtà virtuale può rappresentare un valido supporto all’interno di un percorso di psicoterapia, sia per il terapeuta e soprattutto per il paziente che diviene protagonista attivo nel prendere consapevolezza di pensieri, emozioni e comportamenti che mette in atto nel corso della sua quotidianità.
A questo punto occorre fare una precisazione terminologica che molto spesso crea confusione se non viene specificata correttamente. Dunque risulta importante distinguere tra la realtà virtuale e la realtà aumentata. Quest’ultima si riferisce alla rappresentazione della realtà che viene però arricchita da molte più informazioni, elaborate elettronicamente e che non sarebbero direttamente percepibili attraverso i cinque sensi. Si tratta fondamentalmente di un potenziamento percettivo, basato sulla generazione di contenuti virtuali da parte di un computer e dalla loro sovrapposizione con la realtà attuale. Invece, attraverso la realtà virtuale viene replicata la realtà in maniera più accurata possibile dal punto di vista visivo, uditivo, tattile e anche olfattivo con l’intento di catapultare il soggetto all’interno di mondi alternativi, per permettergli di compiere azioni in prima persona nello spazio virtuale e superando i limiti fisici, economici e di sicurezza.
Per sintetizzare, si può affermare che la realtà aumentata sia basata sul potenziamento dei sensi dell’essere umano, mentre con la realtà virtuale si creano nuovi mondi paralleli da esplorare. Per esemplificare, con la realtà aumentata siamo in grado di osservare, a partire da una stanza completamente vuota, una serie di oggetti di arredamento per valutare quelli che possono fare maggiormente al caso nostro. Invece, attraverso la realtà virtuale possiamo essere proiettati su un mondo virtuale, all’interno del quale possiamo svolgere una serie di attività: guardare un film, un concerto o incontrare un nostro amico.

Dunque, all’interno del setting terapeutico, l’utilizzo della realtà virtuale per il trattamento di diverse patologie può rivelarsi un grande alleato. A tal proposito possono essere identificati tre principali vantaggi:

– Lo psicoterapeuta può servirsi della realtà virtuale per esempio per il trattamento di fobie e disturbi d’ansia. All’interno di tale conteso costruirà una gerarchia di stimoli ansiosi da presentare attraverso scenari virtuali, per poi pianificare e realizzare programmi di desensibilizzazione esponendo gradualmente il soggetto ad ambienti virtuali protetti.

– Le varie componenti dell’ambiente virtuale sono facilmente controllabili dal terapeuta, così da consentirgli di stabilire, di volta in volta, quale grado di difficoltà presentare al paziente, in relazione alla valutazione dei progressi.

– Per il paziente sarà più accettabile iniziare ad avvicinarsi gradualmente all’oggetto fobico, con la consapevolezza che quello stimolo, in quel momento, non è realmente presente e dunque sta lavorando a livello immaginativo.

Per concludere, la realtà virtuale si è dimostrata una vera e propria risorsa all’interno di un percorso psicoterapeutico, soprattutto grazie alla sua notevole applicazione in maniera trasversale. Infatti, diversi studi condotti hanno mostrato l’efficacia della realtà virtuale nel trattamento dei disturbi d’ansia, dei disturbi fobici, del disturbo post-traumatico da stress, del disturbo ossessivo-compulsivo e dei disturbi del comportamento alimentare.

 

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