La canzone
Era il 2013 quando Pink uscì con il suo nuovo pezzo “Just give me a reason”. La sua è una melodia dolce, delicata, che ancora oggi ogni tanto si sente alla radio e si ascolta sempre volentieri. Il tema della canzone, però, è tutt’altro che piacevole e leggero: il testo, infatti, si interroga sulla possibilità o meno di tornare ad amare di nuovo dopo una relazione finita, esprimendo con una manciata di parole, quasi una poesia, tutto il dolore e lo spaesamento che si sperimenta dopo un rapporto concluso, nonché la difficoltà nell’aprirsi a nuovi incontri e nuovi inizi.
Right from the start
You were a thief
You stole my heart
And I your willing victim
I let you see the parts of me
That weren’t all that pretty
And with every touch you fixed them
Il pezzo inizia proprio riferendosi alla persona amata un tempo, soffermandosi sull’intensità e sulla forza di un legame che ancora non si è spezzato del tutto. “Fin dall’inizio eri un ladro”– dice Pink- “hai rubato il mio cuore e io sono la tua vittima consenziente… Ti ho permesso di vedere le parti di me che non erano poi così belle e tu, con ogni tuo gesto, le hai sistemate.” Questo primo verso è emblematico dell’idealizzazione e della visione trasognata, irrealistica che spesso si ha della persona che ci ha lasciati: la si immagina perfetta, come se nessun altro potesse eguagliarla, l’unica che può prendersi cura di noi. Soprattutto, le si attribuisce un enorme potere sulla nostra persona: proprio come dice Pink, è come se le avessimo affidato parte di noi, magari proprio quegli aspetti che ci piacciono meno e che fatichiamo ad accettare, e lei li avesse accolti.
Just give me a reason
Just a little bit’s enough
Just a second we’re not broken just bent
And we can learn to love again
It’s in the stars
It’s been written in the scars on our hearts
We’re not broken just bent
And we can learn to love again
Più tardi, nel ritornello tanto amato dai suoi fans, Pink si pone la fatidica domanda: “Si può amare di nuovo?” “Dammi solo una ragione, una soltanto è sufficiente, solo un secondo, non siamo rotti ma piegati e possiamo imparare ad amare di nuovo, è nelle stelle, è scritto nelle cicatrici impresse nei nostri cuori, non siamo rotti solo spezzati e possiamo imparare ad amare di nuovo.”: con questi versi, parole toccanti intrecciate fra loro in un commovente abbraccio, Pink evidenzia le paure e le resistenze, ma anche l’irrefrenabile desiderio, di innamorarsi una volta ancora. Sembra supplicare una ragione evidente, un motivo per essere legittimata a farlo e dimenticare quanto successo prima; “we’re not broken but bent, siamo rotti ma non piegati” ripete, nel tentativo speranzoso, forse, di convincere sé stessa che il suo cuore è stato soltanto messo a dura prova, ma non ridotto in frantumi, e che è ancora in grado di battere per qualcuno.
Accettare la fine di una relazione
Il testo di Pink si fa dunque portavoce della sofferenza e delle ansie di molti di noi che si trovano a dover fare i conti con una storia finita male e con il timore, misto a speranza, di legarsi a qualcun altro. Come fare, dunque, a separarsi davvero da quel “ladro” che un tempo “ci ha rubato il cuore” e rimettersi in sesto dopo la rottura? Il primo passo è quello di imparare ad accettare e non evitare le proprie emozioni. In modo del tutto simile a quanto avviene per un lutto, infatti, anche alla fine di una relazione è normale sperimentare senso di vuoto, depressione, rabbia e sensi di colpa. Per superare questo difficile periodo è necessario passarci attraverso, permettersi di esprimere e sentire il proprio vissuto senza cadere nella tentazione di evitarlo e di distrarsi, soprattutto se con alcool o droghe. Alcuni modi per farlo possono essere piangere, confidarsi con un amico, scrivere i propri pensieri e magari indirizzare una lettera alla persona persa, pur senza consegnarla, per parlarle di tutto ciò che si avrebbe voluto dire ma non se ne ha avuto il coraggio; anche l’arte può venire in aiuto: disegnare e colorare seguendo le proprie sensazioni permette di dare sfogo al proprio disagio, assolvendo a una funzione liberatrice, quasi catartica. Ciò però è utile in una fase iniziale, ma non deve diventare il pretesto per rimuginare sempre sul passato e precludersi la possibilità di pensare al futuro e immaginare nuove prospettive. In aggiunta, la psicoterapia può fornire un valido contributo, aiutando a prendere consapevolezza del proprio mondo interiore e ad accettarlo senza pretendere di volerlo cambiare.
Una seconda strategia, complessa da mettere in atto, soprattutto all’inizio, ma assai importante, è quella di focalizzarsi sui lati positivi della situazione che si sta vivendo. Cosa ci insegna ciò che stiamo passando? Cosa possiamo trattenere, di bello, della relazione trascorsa? Che cosa abbiamo imparato da essa? Osservare il positivo non implica idealizzare la persona amata e rimpiangere i ricordi felici ormai perduti, ma cercare di mantenere e portare avanti ciò che la vecchia storia ha prodotto di buono. Ad esempio, stando insieme potremmo essere diventati più dolci o più pazienti: non è quella persona che ci ha resi tali, ma siamo noi stessi che abbiamo tirato fuori un lato di noi che già esisteva, ma di cui magari non eravamo a conoscenza; anche ora possiamo mostrarlo e lasciarlo esprimere, pur non essendo più in compagnia di chi lo ha spinto ad emergere per la prima volta. Infine, è fondamentale essere noi stessi ad amarci da soli, a prenderci cura di noi e a sostenerci come ci si aspetterebbe da un compagno fedele. Anche in una situazione dolorosa come quella successiva ad una relazione finita, occorre sforzarsi di mangiare bene, di fare dell’esercizio fisico e di prendersi del tempo per stare con gli amici e coltivare i propri hobbies. Questo avrà un effetto benefico sia sulla mente che sul corpo e aiuterà a rialzarsi più facilmente dopo la caduta.
Aprirsi a nuovi incontri
In genere, molti pensano che cercando di fidanzarsi subito con qualcun altro staranno meglio; altri, però, raccomandano che impegnarsi di nuovo dopo poco è sbagliato e suggeriscono di aspettare, dandosi del tempo per rimanere soli. La verità è che non ci sono regole e che non si può scegliere quando innamorarsi di nuovo: non c’è perciò un momento giusto o sbagliato per ricominciare con un’altra persona, ma è importante fidarsi delle proprie sensazioni ed emozioni. Ad esempio, se ci si accorge di star solo cercando di sostituire chi si è perso e di riempire la propria solitudine o distrarsi dal dolore, allora è consigliabile permettersi dei momenti di riflessione prima di mettersi assieme, impulsivamente, a qualcuno; se invece ci si sente davvero attratti e coinvolti da una persona, allora si può provare a ricominciare, rispettando sempre sé stessi e i propri tempi. Se, all’inizio di una nuova relazione, si sperimentano ansie e difficoltà nel lasciarsi andare e nel fidarsi di nuovo, non ci si deve vergognare di dirlo al partner attuale, anzi, è bene parlarne esplicitamente: ciò infatti non è segno di debolezza, ma è un’informazione dovuta che aiuterà noi a sentirci più liberi di rispettare i propri tempi e l’altro a conoscerci e a capire le nostre esigenze. Tutto questo, però, non è affatto facile: spesso ci si sente confusi, incerti e non si sa davvero quello che si prova oppure se né è spaventati. Questi vissuti, così come una forte resistenza nell’accettare la perdita precedentemente subita, sono del tutto normali e comprensibili, ma, se non affrontati, possono portare a disagi più gravi e, talvolta, trasformarsi in veri e propri disturbi psicologici. Ecco perché conviene ricorrere ad una consulenza psicologica, per ricevere il giusto sostegno in questo momento delicato e per far sì che il proprio cuore non si spezzi, ma si pieghi soltanto.