Sempre più frequenti ai giorni nostri sono le famiglie che entrano in crisi per i motivi più disparati. In questi casi i coniugi, non riuscendo più a vivere in armonia tra loro, possono porre fine al matrimonio attraverso il divorzio.
Il riconoscimento legale della possibilità di divorziare è, al giorno d’oggi, normalizzato: ma non è sempre stato così.
Un tempo, infatti, il divorzio veniva concesso solo in casi estremi come l’adulterio e, considerato come sanzione per il coniuge, prevedeva l’estrema colpevolezza di quest’ultimo.
Un aspetto di estrema delicatezza che è correlato con l’argomento in questione è: se i coniugi hanno o meno dei figli. Benché l’aspetto burocratico ed economico sottostante non sia affatto semplice, molti altri fattori si fanno impegnativi, uno di questi risiede nel momento in cui, dopo il divorzio, uno dei due genitori frequenta un nuovo o una nuova partner.
In questo caso subentra un elemento di fondamentale importanza, quando e come dirlo ai figli: seguire uno schema o il proprio intuito? E se non dovessero piacersi? Qual è il posto più opportuno per farli incontrare? Queste rappresentano solo alcune delle innumerevoli domande che si “intrufolano” nella mente dell’adulto.
L’aver già vissuto il divorzio da parte dei genitori fa conoscere al figlio il senso di abbandono che il distacco da mamma o papà può fare nascere in lui, nonostante la messa in atto di tutte le precauzioni per non fargli provare queste emozioni negative. Evitare che il bambino viva l’esperienza di un altro distacco, allora, è compito primario dei genitori. Ecco perché prima di parlare al figlio del subentro di un nuovo partner all’interno della vita del genitore bisogna rassicurarlo, dargli la certezza che alcune situazioni non cambieranno mai (come ad esempio, l’affetto che si prova nei suoi confronti) ed essere certi che questo sia l’uomo o la donna con il/la quale si potrà condividere un progetto di coppia a lungo termine.
Per rappresentare questa dinamica uso un esempio di un caso clinico:
due coniugi, a distanza di qualche anno dal matrimonio con due figli decidono, a causa di divergenze coniugali, di separarsi.
I rapporti tra di loro, dopo il divorzio, sono civili e si limitano alla cura dei figli e ad aspetti di tipo burocratico.
Il marito, dopo qualche mese dal fatto ha cominciato a frequentare una donna, con la quali le cose vanno bene, racconta che con lei vorrebbe instaurare un rapporto stabile e duraturo anche se i due vivono un’esperienza matrimoniale differente: a lei è venuto a mancare il partner con il quale conviveva e con lui anche il tanto atteso e desiderato matrimonio; lui, a causa di tutto ciò che di negativo ha comportato il divorzio, non è sicuro di voler fare questo enorme passo.
La nuova partner e il suo compagno parlano spesso di come comunicare questo ai figli ma non risulta semplice e per questo decide di andare a parlare con un terapeuta per capire quando è il momento più adatto e in che modalità farlo.
Decido, dopo aver capito la dinamica, di suggerire di comunicare al più presto ai figli l’entrata della donna nella sua vita in modo rispettoso e tenendo in considerazione l’aspetto emotivo di questi ultimi.
Questo mette in evidenza l’importanza della trasparenza e della sincerità: è opportuno, quando la relazione col nuovo partner vuole essere seria, non raccontare bugie ai figli, perchè così facendo potrebbe venire meno la credibilità del genitore, e può creare un senso di ambiguità se la “mezza verità” è protratta per lungo tempo. Quando si è sicuri del passo che si sta per compiere, quindi, è opportuno dire come stanno le cose.
–
–