Essere vittima dei propri pensieri

Alessia, è una ragazza di 24 anni che si presenta al secondo colloquio con lo psicologo della sua A.S.L. di appartenenza, dopo aver fatto esplicita richiesta di un “sostegno psicologico” a causa di alcune ossessioni e sintomi fisici che negli ultimi anni le stanno impedendo di svolgere le normali attività di vita quotidiana.

Rammenta infatti che, a causa della troppa insistenza da parte dei suoi genitori, essa ogni qualvolta si sveglia alla mattina è pervasa da pensieri ossessivi sull’aspetto economico e lavorativo.
Alessia infatti, nonostante i diversi tentativi per trovare un lavoro, non è mai riuscita ad avere una stabilità, derivante anche dal fatto che ogni qualvolta ci avesse provato essa lamentava un costante e molto forte male ai piedi e alle anche che intaccava la buona riuscita del lavoro.
Tutto ciò lo vive con molta ansia, in parte dovuta alla troppa insistenza dei genitori e in parte dal bisogno della ragazza di realizzazione.
Rammenta inoltre che trova parecchie difficoltà nel vedere film o serie tv, a causa della sua eccessiva emotività: Alessia infatti non è più stata in grado di svolgere questa attività in quanto l’immedesimarsi troppo nei personaggi le provocava sentimenti negativi.
Il terapeuta, avendo l’immagine del profilo generale della ragazza, le suggerisce di andare oltre i suoi limiti, parlando quindi di questo ostacolo (sè stessa) che deve affrontare.

Alessia infatti, da troppo peso al valore del tempo tanto da esserne appesantita e a volte addirittura soffocata.

Essa, non avendo trovato un lavoro, è costretta a stare chiusa in casa ad impiegare il suo tempo nel migliore dei modi rischiando così di ritrovarsi da sola a fare i conti con il flusso dei suoi pensieri ripetitivi e invasivi accompagnato da emozioni quali ansia e angoscia.
La caratteristica che rende così nocivo questo eccesso di pensiero e che è presente anche nel caso in questione, è la sua inconcludenza.
Il flusso continuo di pensieri negativi, ci allontana dalla soluzione dei problemi, ci fa perdere la concentrazione e il focus.

La cosa più indicata da fare, e che suggerisce in questo caso anche il terapeuta, è l’agire, cercare di vivere la giornata nel momento in cui si arriva nella situazione in cui ci si sente ingabbiati all’interno dei nostri pensieri.
Un vivere alla giornata senza l’ansia del futuro, senza la pesantezza di certe preoccupazioni, e agire. Agire per un fine positivo: provare esperienze, dedicarsi ad attività e mettersi in gioco infatti, sono dei suggerimenti che servono nella vita di ogni individuo oltre che in quella di Alessia.

 

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