Sei al bar con un tuo amico, avete appena ordinato qualcosa da bere e state chiacchierando della vostra rispettiva relazione sentimentale. Lui ti confida che in questo periodo con la sua compagna non va molto bene: negli ultimi mesi, infatti, non c’è più intimità e i litigi sono sempre più frequenti. Questa situazione, causandogli cattivo umore nella sfera privata, interferisce anche con la sua vita lavorativa, portandolo a cercare distrazioni e sollievo altrove. In particolare, per mezzo dei social network e dei siti di incontri, ha conosciuto altre ragazze con cui sta uscendo di nascosto. Questo suo comportamento non lo lascia indifferente, né tantomeno lo rende felice: si continua a chiedere perché invece di trovare il modo di risolvere con la sua compagna, magari facendosi aiutare da un professionista, persevera nel fare promesse che sa di non poter mantenere alle altre donne, costruendo in questo modo storie parallele destinate a cadere rovinosamente rischiando di ferire, oltre se stesso, anche altre persone.
Cosa ti colpisce di più di questo racconto?
Dal mio punto di vista l’aspetto che per primo emerge ha a che vedere con il concetto di fuga: molto spesso, infatti, siamo portati a scappare dalle situazioni difficili e scomode, evitandole piuttosto che prenderle in mano ed affrontarle. Nella storia che vi ho narrato, nello specifico, alla base di questo atteggiamento si può intravedere una grande insicurezza, alimentata dalla paura della solitudine, che cerca di trovare rifugio al di fuori di una vita domestica non più armoniosa.
Una visione maggiormente superficiale potrebbe condannare il comportamento del protagonista giudicandolo sbagliato e irrispettoso, ma occorre sempre considerare la globalità di ogni situazione: questo comporta il non dimenticare le emozioni di una persona, le sue capacità, le sue difficoltà, la sua personalità, gli elementi contestuali, etc. Tale analisi non va ad appoggiare e a giustificare il tradimento, ma cerca soltanto di comprendere cosa realmente lo provoca, quali sono i fattori che lo determinano, per poi lavorare e agire su di essi affinché non si ripeta in futuro.
Nel racconto, ad esempio, non va sottovalutato l’atteggiamento altamente evitante del protagonista: tale modalità disfunzionale, se in un primo momento può dare l’illusione di un frizzante benessere proveniente dai nuovi incontri, presto si rivelerà un grande ostacolo per la serenità del ragazzo, causandogli un malessere profondo e strisciante che si diffonderà anche negli altri ambiti della sua vita, peggiorandone la qualità generale. In questo modo, ciò che prima veniva evitato perché troppo complicato da affrontare, in un secondo momento richiederà un impegno e un investimento di energie sensibilmente maggiori per essere superato, in quanto gli elementi “sul piatto” saranno certamente aumentati rispetto alla situazione di partenza: maggiori sensi di colpa verso la compagna, rimpianti per non aver cercato di riparare la relazione quando si era ancora in tempo per farlo, diminuzione dell’autostima, valutazione negativa di sé e dei propri comportamenti, delusione verso i propri atteggiamenti, perdita della fiducia da parte della compagna, delle donne a cui sono state fatte false promesse e degli amici che sono a conoscenza di quanto accaduto, etc.
Ciò però non basta per avere il quadro completo della situazione: oltre a questo tratto di personalità, preponderante nel nostro protagonista, quello che necessariamente va tenuto in considerazione è la modalità che egli ha scelto per incontrare nuove persone: i social network e i siti di incontri, infatti, sono caratterizzati dall’immediatezza e dalla facilità con le quali una conoscenza può aver luogo. Come tutti sanno, le chat rendono possibili gli scambi in tempo reale di messaggi, foto, video e altri file multimediali, e questo permette di dare in brevissimo tempo le informazioni su di sé -reali o edulcorate- sufficienti a stimolare l’interesse dell’interlocutore e, di conseguenza, a organizzare un’uscita. In altre parole, questa velocità apre la strada, agevola e favorisce la fuga che il nostro protagonista metterà in atto, suscitando in lui con ottime probabilità un’iniziale eccitazione e un entusiasmo nuovo che presto cambieranno di segno trasformandosi in emozioni negative.
In questo caso, infatti, la messaggistica istantanea non solo ha fatto da spalla al suo bisogno impellente di fuga, ma ha anche creato le condizioni per dare avvio a sensi di colpa, infelicità e nuove domande su se stesso e sui suoi comportamenti.
Se da un punto di vista strettamente psicoterapeutico tale consapevolezza da parte del ragazzo riguardo alle sue emozioni e alle sue azioni è un costruttivo punto di partenza verso il miglioramento, per lui che esperisce in prima persona queste sensazioni la vita sarà sentita sempre più come triste, grigia, buia, pesante, dura, non soddisfacente.
Se fuggire da una situazione difficile piuttosto che affrontarla può inizialmente dare l’impressione di riuscire a cavarsela senza troppi costi in termini di energia e impegno, il reale effetto conseguente di questa modalità è un conto molto più salato.
Dopotutto una piccola e innocua massa di neve, precipitando e rotolando giù dal pendio, diventa valanga e ha effetti distruttivi, talvolta tragici o addirittura irreversibili.
Il mio consiglio è sempre quello di imparare ad agire nelle situazioni di questo tipo in modo coraggioso e maturo, limitando, possibilmente sul nascere, i danni per sé e per gli altri. Se questo ti sembra impossibile per le tue capacità personali, o se un/a tuo/a amico/a si trova in una difficoltà tale da “fuggire” piuttosto che “affrontare”, consultare un professionista può essere la chiave per non diventare valanga, o quantomeno per adottare le giuste misure preventive.