Uso dei social: relazione o solitudine?

Sono Alice, una ragazza di 21 anni ed oggi è il mio compleanno. Per festeggiare ho deciso di organizzare una cena con amiche e amici in uno dei locali più belli della mia città. Il cibo è impiattato come nei ristoranti dei grandi chef, le decorazioni ricordano un castello antico e l’atmosfera è semplicemente magica. Tutta contenta mi trucco, metto l’abito che ho scelto per la serata e infilo i miei tacchi preferiti. L’aria di gioia, che prima era diffusa intorno a me, d’improvviso scompare quando mi ritrovo seduta con gli invitati: ordiniamo e ancora prima che inizino ad arrivare i piatti sono più interessati a fotografare il locale che a parlare con me. Cerco di attirare la loro attenzione, ma mi sento chiedere: “Oddio, hai visto che cosa ha appena postato Chiara Ferragni?”. Ignoro la domanda ed inizio a guardarmi in giro: ci sono coppie di innamorati, famiglie con bambini e gruppi di amici. La cosa che hanno in comune? Non si guardano nemmeno negli occhi, ma sono quasi tutti concentrati sui loro cellulari.

“Il concetto chiave non è più la ‘presenza’ in rete, ma la ‘connessione’: se si è presenti ma non connessi, si è soli.” scrive Antonio Spadaro. Questo è proprio quello che accade alla protagonista del racconto: circondata dai suoi più cari amici non si è mai sentita così sola. Infatti, anche se lei cercava di stimolare il dialogo, loro erano coinvolti in attività virtuali. Probabilmente, alla maggior parte di noi sarà capitato di trovarci in questa situazione e di sentirne gli effetti negativi. Tale scenario è talmente diffuso che alcuni locali hanno addirittura cercato di disincentivare l’utilizzo dei cellulari a tavola al fine di favorire il dialogo tra i commensali. Come? Ad esempio proponendo uno sconto sulla cena se i telefonini vengono spenti o lasciati in cassa.

Questo ci può dare la misura di quanto la dimensione sociale abbia perso consistenza e interattività da quando la vita online ha acquistato spazio e importanza nelle nostre giornate. La questione non è tanto fotografare il piatto al ristorante, il tramonto al mare o il palco di un concerto, quanto piuttosto quella di ritenere fondamentale il fatto di condividerlo in tempo reale nella propria pagina e preoccuparsi quasi morbosamente di controllare quanti like e commenti si ricevono. Questo non solo porta a non viversi appieno il momento con tutte le sue emozioni e sensazioni, ma distoglie dalla realtà fisica e sociale in favore di quella virtuale, dando l’illusione di una socialità che, se guardata bene, ha la faccia della solitudine. Infatti, essa è costituita principalmente di legami deboli e superficiali che non hanno niente a che vedere con la convivialità delle vere situazioni sociali come quelle che si creano in un gruppo di amici.

Analizzando ulteriormente questo aspetto, si può affermare che i rapporti interpersonali che si sviluppano oggigiorno sono sempre più “web mediate” piuttosto che “face-to-face”: ciò significa che stabilire una relazione attraverso Internet e i Social Media è all’ordine del giorno, mentre instaurare una relazione faccia a faccia sembra essere diventato molto impegnativo e per certi versi antiquato. Una differenza importante tra queste due modalità è che la prima permette di “mascherarsi” dietro ad uno schermo, esprimere concetti e poi cercare di rimediare qualora ci si pentisse e tutto è molto “liquido” e variabile; la seconda richiede un mettersi in gioco più diretto lasciando meno spazio a incoerenze, dato che sono coinvolti altri aspetti quali la comunicazione non verbale e paraverbale, la prossemica, etc.

Il tema della solitudine in relazione all’uso di smartphone, tablet e pc rappresenta, però, un vero paradosso: da un lato si è in un costante e continuo contatto con le persone attraverso i sistemi di messaggistica e i Social Media; dall’altro, ci si trova fisicamente soli davanti al dispositivo stesso. Oggi più che mai, se non si sta al passo con tutte le innovazioni che la tecnologia offre, si rischia di rimanere esclusi. C’è dunque da chiedersi se il costante e assiduo utilizzo dei cellulari favorisca o riduca il nostro sentimento di solitudine. Ogni qualvolta ci si senta soli si va subito alla ricerca di un dispositivo per connettersi al mondo virtuale, come se fosse un pozzo d’acqua in mezzo al deserto, ignari del rischio che potrebbe trattarsi di un miraggio.

 

 

 

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