IL NASO ROSSO E’ MAGICO: esperienze che cambiano idee.

Il naso rosso nasce come simulazione dell’ubriaco, che assume quel colorito quanto il tasso etilico è elevato. Indossando un naso rosso da clown si può mollare una scoreggia in pubblico e suscitare ilarità piuttosto che sdegno, si può fare una benevola pernacchia ad un vigile senza essere denunciati per oltraggio a pubblico ufficiale, si può fare un sagace occhiolino al componente di una coppia senza suscitare la gelosia del partner, si può sorridere a trentadue denti ad una signora impettita e vestita di marca da testa ai piedi strappandole una reazione che la fa scendere un attimo dal piedistallo, si può ridere per non piangere in una situazione di dolore, si può cantare anche se si è stonati senza essere giudicati ridicoli ma simpatici.

 

Insomma, col naso rosso si possono davvero fare le magie e allora perché non usarlo anche in psicoterapia per promuovere il cambiamento verso un maggiore benessere personale? Durante le sedute con una ragazza di quasi quarant’anni mi accorgo che spesso dice “non ci riesco, non ce la faccio”, non riesco a dire di no alle persone, metto da parte i miei bisogni e mi sento svuotata. Prova a mettere in dubbio il “non ci riesco” facendolo diventare “potrei riuscirci, forse sarà difficile ma posso farcela, adesso sento e penso di non riuscire ma domani o fra qualche tempo magari posso cambiare idea”. Cerco così di smontare questa ipotesi che fa su se stessa per sostituirla con altre meno categoriche, più possibiliste. Le chiedo anche di fare una lista dove mettere le cose che ritiene di non riuscire a farcela e di attribuire a ciascuna un punteggio da 0 a 10 dove zero significa facile a fare, dieci difficilissimo a fare. Si comincia ad affrontare i pensieri e le situazioni più facili che andranno a rinforzare il senso di auto efficacia. Gli regalo un naso rosso, mettendomelo io per primo, si fa una bella risata. Gli suggerisco di appuntarsi per iscritto o mentalmente i suoi “non ci riesco” e successivi film di pensieri mettendosi il naso rosso e qualora non fosse possibile immaginare di indossarlo per vedere cosa cambia.

 

Per una buona percentuale di persone l’effetto è repentino, funziona come il telecomando della tv, passando da un brutto film ad una brillante commedia. Alcune persone rimangono basite ma poi accettano di provare, poche dicono che non lo metteranno mai e questi sono i casi in cui la terapia è più tosta, in quanto il muro della resistenza al cambiamento è difficile da abbattere perché il loro disagio ha dei vantaggi secondari difficili da abbandonare. Tutti comunque lo accettano come regalino, sono disposti a tenerlo in tasca o in un luogo dove passando si può osservare. E’ molto importante il modo con cui si regala il naso, bisogna creare attesa, magia e stupore usando non solo il linguaggio verbale ma anche la mimica facciale a seconda della persona che si ha di fronte. Adesso ti regalo qualcosa che fa per te….lentamente apro il cassetto, metto il naso sopra il tavolo e non tutti capiscono cos’è finché nel giro di pochi secondi ne metto uno anch’io. Nel novantanove per cento scoppia la risata o quantomeno un sorriso. E questo in certi casi è già un successo! Altre varianti all’uso del naso rosso: andare in macchina indossando il naso e ai semafori fare un bel sorrisone all’auto di fianco per vedere cosa succede. Potrebbe essere utile per un maschietto in cerca di femminuccia o viceversa ma va bene anche per gli attacchi di panico perché sposta l’attenzione. Un altro modo è di fare qualche minuto di naso rosso davanti allo specchio con smorfie il più improbabili possibile. Serve alle persone troppo rigide o anche a quelle col morale a terra. Di seguito riporto una suggestione musicale che ho trovato casualmente su internet.

 

“Lo scemo del villaggio” in questa descrizione somiglia molto alla figura del clown. Per alcune coppie in genere la consegna è “litigate col naso rosso”. Dai racconti va a finire che non litigano e imparano la tolleranza e a prendersi più alle leggera. Si può fare l’amore col naso rosso, o almeno iniziare, in quei casi in cui ci sono problemi sessuali tipo mi faccio schifo perché sono venuto troppo presto, oppure mi sento brutta ecc…

LO SCEMO DEL VILLAGGIO DEI RATTO DELLA SABINA
Adesso vi dirò un segreto e non si dica che
e non si dica che non ve lo avevo detto,
il mio pensiero è quello, il mio pensiero è proprio quello
di uno che si può tranquillamente definire matto.

E voi sicuramente troverete divertente
Il fatto stesso che io porti la mia faccia tra la gente
e certamente sarà relativamente interessante
tutto quello che ho da dire ma sarà comunque grande
il piacere che avrò nel cantare e suonare stasera per voi,
spero nessuno ne avrà da ridire
ma in caso contrario
il sistema migliore è di non starmi a sentire.

Vivo da sempre, vivrò per sempre
alla periferia della normalità.
Sono da sempre, sarò per sempre
etichettato da ogni mente benpensante
come “soggetto scarsamente interessante”,
perché troppo stravagante,
quindi conseguenzialmente
poco utile o inutile totalmente
alla tessitura di una bella immagine apparente per la comunità!

Un giorno, la follia trovando in me
la sua ideale collocazione
prese posto tra le pieghe della mia immaginazione,
poi non ricordo cosa esattamente sia successo
ma l’effetto risultante
è quello che davanti ai vostri occhi voi vedete adesso.
Ma chi non avrà paura di questa mia condizione
venga pure ad imbarcarsi per un viaggio
sulle onde dei deliri dello scemo del villaggio.

Poi sia ben chiaro anche un concetto
ossia, non è che per il fatto che io sia matto
veda il mondo in modo distratto
ma la questione è che con il buonsenso
il mio cervello non è andato mai d’accordo dandogli lo sfratto,
perciò mi piace immaginare cose immaginarie
che la gente non comprende
o non è capace di vedere,
quello è privilegio e dannazione
di chi, la ragione l’ha veduta solamente di passaggio,
allora chi meglio di me che son lo scemo del villaggio?

Io credo che sognare sia importante
anche se non tutti quanti i sogni si possono realizzare
ma a chiunque mi dirà che col mio fare
sto inseguendo solamente un inutile miraggio,
gli risponderò tranquillamente “questa è la mia vita, la vita dello scemo del villaggio!”

 

 

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