Purtroppo, è in aumento il numero di coppie che non riescono a concepire un figlio. Le ragioni possono affondare in condizioni mediche permanenti di uno o di entrambi i partner o in un mix di fattori che comprendono l’età dei due, lo stress e uno stile scorretto di vita. Più nello specifico, si parla di sterilità nel caso in cui siano state diagnosticate delle problematiche specifiche, mentre si utilizza il termine infertilità nel caso dell’incapacità di concepire dopo un anno di rapporti non protetti.
Gli effetti psicologici dell’infertilità
Confrontarsi con l’impossibilità di avere figli provoca un forte disagio nella coppia.
La donna, che in genere considera il diventare mamma come un aspetto centrale della sua femminilità, può sperimentare una crisi a livello identitario: spesso si sente sbagliata, inadeguata e colpevole per non riuscire a fare ciò per cui sarebbe biologicamente programmata. È da sottolineare che questi vissuti sono frequenti anche quando le cause della sterilità sono imputabili al compagno: la donna, infatti, tende a percepire comunque la mancata gravidanza come un segno di imperfezione. Sono frequenti anche depressione, rabbia e rifiuto della propria condizione.
Similmente, anche l’identità maschile subisce delle profonde ferite nel caso di una diagnosi di infertilità: l’uomo, infatti, può vedere intaccata la sua virilità e minacciata la sua potenza sessuale, nell’immaginario comune connessa al concepimento. Ciò può portare ad esperire ansia, depressione e senso di insicurezza. Diversamente dalla donna, inoltre, che tende a manifestare il suo dolore all’esterno, l’uomo spesso cerca di negare ed evitare l’angoscia provocata dalla diagnosi.
Anche la vita di coppia viene stravolta e sconvolta da una simile condizione: i coniugi, infatti, possono faticare a trovare dei momenti di intimità e piacevolezza come prima; in particolare, soprattutto nel caso in cui si tratti di infertilità e non di sterilità comprovata, i rapporti sessuali si trasformano in incontri obbligati al solo fine del concepimento e non rappresentano più uno scambio spontaneo. Come se non bastasse, la coppia deve affrontare le critiche e la disapprovazione provenienti dall’esterno: in molti, infatti, possono fare commenti ed osservazioni sul mancato arrivo di un figlio, come se questo dipendesse dalla sola volontà dei partner e non anche da fattori biologici al di fuori del loro controllo. Anche il sostegno della rete sociale attorno ai due può affievolirsi nel tempo, perché spesso i coetanei iniziano a formare loro stessi delle famiglie e quindi a sottrarre tempo alle amicizie.
Riassumendo, dunque, l’infertilità infligge delle profonde ferite all’identità, sia maschile che femminile, di chi la vive e può mettere a dura prova il rapporto di coppia.
La Procreazione Medica Assistita
Spesso a queste coppie viene consigliato un percorso di fecondazione assistita, ma i partner non sono adeguatamente informati sulle conseguenze emotive di questa scelta e sostenuti nel lungo e complesso iter medico.
La PMA, infatti, prevede il susseguirsi di esami, visite e interventi che rappresentano un forte stress per la diade, già esaurita dalla serie di test diagnostici affrontati precedentemente; inoltre, prevedono anche un costo elevato e gravoso per l’economia della famiglia. Infine, cosa più importante, la coppia entra in una condizione di profonda incertezza: i partner non sanno se e quando la PMA potrebbe funzionare e possono soltanto aspettare e sperare, con la paura di essere delusi e di aver sostenuto spese così ingenti per niente. L’attesa diventa quindi fonte di frustrazione, ansia e tensione.
Nel caso in cui poi effettivamente la procedura vada a buon fine e si instauri la gravidanza, paradossalmente ciò può accompagnarsi ad ulteriori vissuti negativi, specialmente per la donna: il fatto di aver desiderato così a lungo un figlio e di non averlo avuto, infatti, aumenta la preoccupazione di possibili complicanze e di un eventuale aborto. I compagni possono essere terribilmente spaventati dall’idea che qualcosa possa non funzionare o di non saper fare i genitori, tanto da sperimentare emozioni negative anziché la gioia e la soddisfazione di aver finalmente concepito.
L’intervento psicologico nella PMA
Alla luce di queste considerazioni, è importante che le coppie possano ricevere un sostegno e un supporto da uno psicoterapeuta. Questo infatti può aiutare i due partner su diversi fronti:
- elaborare il lutto per il mancato concepimento e l’accettazione della propria condizione;
- favorire una nuova immagine di sé;
- sostenere il rapporto di coppia e far rivivere momenti di serenità e complicità;
- dare le giuste informazioni sull’iter e sulle procedure da seguire per la PMA, offrendosi disponibili a dare un supporto emotivo in tutte le fasi dell’intervento, compresa la possibile gravidanza;
- aiutare i coniugi a regolare le proprie emozioni e ridurre l’ansia.
L’intervento psicologico è dunque imprescindibile in questi casi: se non viene offerto dall’ospedale o dalla clinica privata, è bene che le coppie si rivolgano ad uno psicoterapeuta almeno per qualche colloquio di sostegno.
L’importanza di un supporto di questo tipo è fra l’altro stata comprovata anche da diversi studi e ricerche; una, in particolare, ha mostrato come la mindfulness sia stata efficace nella gestione delle emozioni e nella riduzione di pensieri e convinzioni irrazionali; nelle coppie che si erano sottoposte a questo tipo di training, inoltre, sono state registrate un numero maggiore di gravidanze rispetto a chi non aveva ricevuto il trattamento.
In conclusione, tanto accettare la propria infertilità quanto decidere se intraprendere la strada della fecondazione assistita può essere molto difficile e faticoso: uno psicoterapeuta competente saprà fornire un importante contributo in questo lungo percorso, aiutando la coppia a trovare in sé nuove risorse e potenzialità.