Per far sì che il rapporto tra genitori e adolescenti non diventi una sorta di “guerra dei Roses”, propongo una serie di indicazioni che, se attuate, possono rendere l’interazione più facile e costruttiva.
Consigli efficaci per un rapporto sano tra genitori e figli adolescenti
Bisogna tenere presente che in questo tempo di crescita il ragazzo non è “né carne né pesce”: se da una parte si atteggia da adulto, dall’altra ha bisogni, emozioni e comportamenti da bambino. I genitori devono essere consapevoli di questa “altalena” e saper comunicare modulando il linguaggio a seconda delle circostanze.
A volte il figlio potrebbe cercare sicurezza e appoggio, altre richiedere autonomia e indipendenza. È molto importante imparare ad ascoltare i ragazzi senza cadere nelle loro provocazioni ed evitare di sminuire i loro problemi soltanto per il fatto che sono giovani.
Un’altra caratteristica dell’adolescenza è la capacità di sognare a occhi aperti e di fantasticare sul futuro. Le cose che dicono potrebbero sembrare all’adulto fuori luogo o strampalate, ma forse, se il genitore facesse un rewind, si ricorderebbe che anche lui non era così diverso da giovane. Rispettare i sogni e le inclinazioni dei figli, attraverso un dialogo costruttivo, è un credito per la loro felicità.
Spesso i genitori hanno ambizioni che non corrispondono a quelle dei figli: è opportuno trovare percorsi formativi e di crescita personale che sviluppino le qualità innate del ragazzo.
Un altro atteggiamento che non funziona con gli adolescenti è l’essere sarcastici, un po’ perché hanno difficoltà a comprenderlo, ma soprattutto perché è una vera e propria aggressione verbale che sminuisce le loro emozioni e i loro pensieri.
Quando un figlio si trova in una disputa con dei coetanei o degli adulti, bisogna far attenzione da una parte a non far leva solo sul senso di colpa, dall’altra a non sottovalutare le sue responsabilità.
Il dialogo costruttivo è un buon maestro per far emergere l’autostima: dare sempre e comunque ragione al ragazzo, svalutando magari anche educatori e insegnanti, rischia di far gonfiare il suo ego.
Per contro, ricorrendo alla colpevolizzazione, il danno conseguente potrebbe consistere in un’immagine negativa di se stesso.
Un’altra questione riguarda in maniera peculiare i genitori: si tratta di imparare a lasciare andare il proprio figlio a modo suo, permettendo anche che cada e si rialzi. Ritenere l’adolescente una proprietà è un errore che di certo non aiuta il percorso evolutivo.
Tante volte bisogna imparare a mettere da parte l’orgoglio e perdonarsi reciprocamente per i “pugni” che consapevolmente o inconsapevolmente ci diamo. Come adulti dovremmo per primi dare l’esempio.
Se vuoi avere una suggestione evocativa che ti tocchi il cuore e che possa fissare maggiormente i contenuti di questo articolo, ti suggerisco l’ascolto della canzone “A modo tuo“ di Elisa.