Felici si nasce o si diventa?

Secondo molte ricerche la nostra felicità dipende per circa il 50% da fattori genetici e sociali. Il rimanente 50% deriva dalla motivazione e dalle abitudini personali.

La tristezza invece, oltre a essere tossica per noi stessi, è dannosa per chi ci sta intorno come il fumo delle sigarette. Quando un individuo è depresso per lungo tempo finisce per contagiare negativamente chi gli sta vicino, rischiando di allontanarlo. Viceversa il felice è come una calamita che attrae su di sé la positività della vita.

Poiché la felicità in buona parte è una casa che si costruisce giorno per giorno, suggerisco le sette abitudini per renderla stabile, confortevole e duratura.

 

Le sette abitudini per essere felici

 

  1. Esci di casa!

Quando sei giù di morale, hai la tentazione di chiuderti in te stesso/a, di stare a letto o sul divano a guardare la tv: nulla di più sbagliato; così facendo alimenti la tua infelicità. Datti una mossa, fai una passeggiata, incontra persone o amici anche controvoglia. Inizialmente sarà difficile ma, una volta rotto il ghiaccio, il peso della tristezza diventerà più leggero.

 

  1. Non aspettare che le cose cambino da sole.

Un vecchio adagio recita: “Nulla cambia se non cambi nulla”. Ricorda che tu sei l’artefice della tua felicità. Quando sei triste hai la tendenza a colpevolizzare gli altri o la società, ma la verità è che è opportuno assumersi le proprie responsabilità: impara ad accettare ciò che non puoi cambiare e a cambiare ciò che non puoi accettare.

 

  1. Non attaccarti agli oggetti.

La filosofia del “sarò felice quando avrò…” è perdente. Diverse ricerche hanno dimostrato che persone molto povere alzano il loro livello di felicità quando incrementano il loro guadagno fino a circa 20.000€; al di sopra di questa cifra la gioia non aumenta più in maniera significativa. Questo ci dice che, una volta soddisfatti i bisogni fondamentali, il possesso di oggetti ci dà solo un piacere passeggero a cui fa seguito spesso un senso di delusione.

 

  1. Sii ottimista!

Il famoso statista Winston Churchill diceva che “Il pessimista vede le difficoltà nelle opportunità mentre l’ottimista vede le opportunità nelle difficoltà”. Un atteggiamento vittimistico e lagnoso diventa una profezia che si autoavvera poiché ostacola il soggetto nel cogliere le situazioni favorevoli che giorno per giorno la vita offre. Il pessimismo è una sorta di cecità che impedisce di vedere la luce delle occasioni vantaggiose.

 

  1. Non fare lo struzzo!

Se metti la testa sotto la sabbia non potrai vedere la felicità. Di solito chi è infelice ha paura di tutto e di tutti. Quando eviti qualcosa o qualcuno lì per lì la paura ti passa, ma il messaggio che implicitamente ti invii è “il timore è più forte di me”. Il comportamento da attuare è evitare gli evitamenti.  Se affronti ciò che temi, impari a essere più forte dei tuoi limiti, aumenti l’autostima e la sensazione di felicità.

 

  1. Apprezza la tua originalità.

Fintanto che ti paragoni agli altri la felicità non ti apparterrà mai. Fai appello al tuo essere unico e irripetibile. Se proprio ti vuoi confrontare con gli altri, fa’ in modo che essi siano uno stimolo per te stesso e non un alibi per fare la vittima.

 

  1. Dai il giusto peso alle cose.

Drammatizzare i fatti o ingigantirli non aiuta l’umore. Se ti capita qualcosa di sgradevole ma superabile cerca di considerare che la sfiga va e viene e non perseguita solo te. Fai attenzione che la tua bilancia non sia sbilanciata nel pesare solo le cose negative: è importante mettere sul suo piatto anche e soprattutto gli aspetti belli che ogni giorno la vita ci regala.

 

 

 

 

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