Il disturbo ossessivo compulsivo

Fabrizio è un ragazzo di 27 anni, arriva in consultazione sotto consiglio della madre. Già nel primo colloquio si capisce che soffre di un disturbo ossessivo compulsivo: è ossessionato dall’ordine e la pulizia e ha diversi rituali compulsivi che deve assolutamente fare ogni volta che sta per uscire di casa (esempio: lavarsi il viso e le mani, pulire le scarpe, controllare di non avere macchie nei vestiti), il che sta iniziando a diventare debilitante e a gravare sulla sua vita quotidiana.

Ovviamente, durante i vari colloqui si andrà a lavorare sull’aspetto interiore e psicologico che è alla base del problema, ma per alleviare il disturbo ci sono alcuni accorgimenti e consigli che si possono mettere in pratica anche in autonomia.
La cosa principale è ricordarsi che i pensieri sono solo produzioni della nostra mente e non possono spingerci a fare cose che non vogliamo.
È importante sottolinearlo, perché molte persone che soffrono di disturbo ossessivo compulsivo hanno una visione distorta dei propri pensieri. Le ossessioni di queste persone, i loro pensieri, vengono messi nello stesso piano dell’azione: se penso qualcosa, devo farla assolutamente oppure se penso qualcosa, questa accadrà sicuramente. Ed è proprio per provare ad alleviare questi pensieri negativi che le persone sviluppano delle compulsioni, o dei rituali come li abbiamo chiamati prima, creando un circolo vizioso da cui è molto difficile uscire, ma non impossibile.

Non mettere in atto questi rituali, che aiutano a sentirsi più tranquilli, sembra una richiesta smisurata per chi soffre di disturbo ossessivo compulsivo, eppure è fondamentale. Un consiglio utile, è quello di iniziare dai comportamenti ossessivi che sembrano meno forti fino ad arrivare a quelli più invalidanti. Questo esercizio di inazione inibisce le compulsioni, perché piano piano l’individuo inizia a rendersi conto che i rituali non servono a nulla e che i pensieri che lo portavano a metterli in atto sono sbagliati o infondati e col tempo ricomincia a separare i propri pensieri dalle proprie azioni.

Una piccola parentesi va fatta anche sulle persone che convivono con un individuo che soffre di disturbo ossessivo compulsivo. Anche familiari e amici, infatti, si trovano spesso in difficoltà nel dover sopportare le ossessioni e le compulsioni, fino ad arrivare all’esasperazione. Ciononostante, giocano un ruolo molto importante nell’aiutare la persona a superare il disturbo. Il loro atteggiamento può infatti accelerare o rallentare il miglioramento della persona a loro cara. Per avere un impatto positivo, è importante mantenere un comportamento comprensivo senza giudicare o accusare di mancanza di volontà, evitare qualsiasi tipo di aiuto nella messa in atto di rituali, cercare di dare rassicurazioni sul fatto che non accadrà nulla di irreparabile e valorizzare i cambiamenti e i miglioramenti anche se piccoli.

 

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